Corriere dello Sport

«È TEMPESTA STIAMO UNITI»

Spalletti: Mancano il capitano e il comandante però abbiamo alti ufficiali per questa battaglia Mertens con la fascia: ci indicherà la strada

- L’intuito di Luciano di Alberto Polverosi di Fabio Mandarini NAPOLI

Il tecnico del Napoli affronta l’Atalanta con assenze pesanti: Insigne, Koulibaly, Fabian Manolas, Anguissa e Osimhen Non può neanche andare in panchina perché squalifica­to

L’Atalanta è la squadra più in forma di quest’ultimo mese di campionato, arriva da quattro vittorie di fila, compresa quella di Torino contro la Juventus, 17 gol fatti, 3 subiti. Una squadra così avrebbe potuto fare anche a meno dell’incredibil­e agevolazio­ne che il Napoli, suo malgrado, le concederà questa sera al “Maradona”. I cinque titolari assenti nello scontro diretto sono anche i cinque migliori giocatori di Spalletti. Mai vista un’emergenza del genere. Tutti i reparti intaccati e indeboliti: Koulibaly, Anguissa, Fabian Ruiz, Osimhen e Insigne. Proviamo a fare un giochino, a togliere alle altre tre squadre di vertice i primi 5 giocatori divisi per reparto. Inzaghi dovrebbe rinunciare a Bastoni, Brozovic, Barella, Dzeko e Lautaro Martinez; Gasperini perderebbe Palomino, De Roon, Pasalic, Ilicic e Zapata; Pioli oltre a Kjaer (che non ci sarà per quasi tutta la stagione) dovrebbe fare a meno di Tonali, Kessie, Brahim Diaz e Ibrahimovi­c. A tutti resterebbe davvero poco.

Il problema del Napoli, però, è ancora più ampio. Se Spalletti, a differenza degli altri suoi colleghi, ha deciso di schierare a Reggio Emilia contro il Sassuolo la stessa identica formazione del 4-0 sulla Lazio significa che, al di là di una già iniziata emergenza, è consapevol­e della differenza fra le prime e le seconde linee del suo organico. Non essendo Mourinho, preferisce non dirlo, ma le sue scelte sono chiare. Se il Milan ha perso Kjaer, può comunque contare su Tomori-Romagnoli, una coppia di difensori centrali di assoluta garanzia, Spalletti invece deve affiancare una riserva pura come Juan Jesus (il quarto centrale della rosa) a Rrahmani, un giocatore che lui stesso aveva promosso titolare dopo le iniziali difficoltà di Manolas. Il quale, peraltro, si aggiunge alla lista degli indisponib­ili per la partita di stasera. Volendo, o dovendo, fare una sostituzio­ne in difesa, Spalletti dovrà inserire Malcuit sulla fascia destra e spostare Di Lorenzo al centro.

L’intuito e la conoscenza della materia del tecnico toscano avevano portato alla creazione di una straordina­ria coppia di centrocamp­isti, Anguissa e Fabian Ruiz stavano superando ogni aspettativ­a, con lo spagnolo regista, rifinitore e realizzato­re. Al loro posto, Spalletti ha oggi una soluzione profondame­nte diversa, due elementi con caratteris­tiche simili, Demme-Lobotoka, nessuno dei due si inserisce come fanno i due titolari, nessuno dei due ha la stessa qualità di Fabian Ruiz, nessuno dei due ha la stessa capacità di recupero-palla di Anguissa. L’unico reparto in cui il Napoli ha alternativ­e di buon livello è l’attacco. Insigne era in buone condizioni, Osimhen di più, ma il rilancio di Mertens come centravant­i ha già dato ottimi risultati, mentre sull’esterno Spalletti potrà contare su un giocatore per il quale stravede come Ounas o su Elmas, di solito prima o seconda sostituzio­ne di ogni gara.

Il Napoli è l’unica squadra, delle prime quattro, a dover giocare ancora due scontri diretti: stasera contro l’Atalanta non avrà i cinque suddetti, ma anche il 19 dicembre, contro il Milan a San Siro, mancherann­o di sicuro Koulibaly e Osimhen, forse anche Anguissa. Meglio aspettare gennaio? Certo, se non ci fosse la Coppa d’Africa...

Il morale della truppa è alto: «Non ci saranno il capitano e il comandante, cioè Insigne e Koulibaly come diciamo noi scherzando, ma in squadra abbiamo tanti alti ufficiali: Mertens, Di Lorenzo, Mario Rui, Ospina, Zielinski e Rrahmani che è diventato un leader». E se Leonida e i 300 spartani sono diventati leggenda, il generale Spalletti affronterà la tremenda Atalanta con 18 uomini contati. «Beh, più di sedici non posso schierarne». Scherzi e citazioni a parte non è epica la vigilia di Napoli-Atalanta, però è un racconto di calcio puro che il signor Luciano arricchisc­e di grande realismo e dignità, evitando di bagnare con lacrime facilissim­e l'impietoso resoconto degli indisponib­ili: il momento è davvero difficile per la prima volta da quando è azzurra la sua vita, ma la sfida di oggi è troppo importante: i tre punti farebbero la differenza e non c'è tempo di pensare agli assenti. «Ogni partita è un viaggio verso l'ignoto: con questi tempi così ravvicinat­i, gli infortuni capitano. Non sai mai cosa può succedere». E ancora: «Dobbiamo avere fisso in testa come un chiodo che noi siamo il mezzo per raggiunger­e la nostra felicità e di tutti quelli che ci vogliono bene». E per finire: «L'Atalanta favorita? Non me ne frega niente dire chi è favorito. M'aspetto che la squadra faccia di tutto per vincere». Anche se lui non sarà in trincea ma in tribuna, a causa della squalifica: «Mi disturba e mi dispiace, faccio fatica a sopportarl­a: vengo cancellato dal mio mondo. Io amo stare dentro la partita, vivo per fare l'allenatore e stare vicino alla squadra». E si vede.

TESTA ALTA. E allora, piovono problemi: con la resa di Fabian e Insigne, la lista degli indisponib­ili sale a sette consideran­do le assenze già certificat­e di Anguissa, Koulibaly, Osimhen, Manolas e Zanoli (ancora positivo). Un diluvio di guai seri, altroché, ma

Spalletti cammina sempre a testa alta: non si lamenta, non si piange addosso e preferisce la concretezz­a. «Siamo sotto tempesta perché oltre agli infortunat­i c'è stato anche il Covid, però si sceglie con quelli che restano: la cosa fondamenta­le è stare uniti a protezione della squadra. Una squadra che ha già dimostrato nelle difficoltà quanto ha a cuore questa maglia: faccio i compliment­i a tutti per la disponibil­ità». E poi rilancia: «Non c’è occasione migliore per capire se ci si lascia spaventare o si vogliono trovare nuove energie e risorse. Bisogna vedere se conduci la partita o diventi

un passeggero: l'Atalanta ti può portare a sbattere dove vuole».

STRATEGIA E MEMORIA. In pillole tattiche: «È il palleggio a fare la differenza, il settore centrale: dobbiamo gestire il possesso più che possiamo, altrimenti è inevitabil­e farsi schiacciar­e». Il tema sembra scritto: appunto, sembra. Perché il generale Luciano va giù di strategia: «Non chiedetemi nulla, significhe­rebbe dare altre indicazion­i di formazione a Gasperini che è molto bravo e sa già tutto. Teniamole per noi». Piccole eccezioni sono ammesse: «Mi è dispiaciut­o non aver avuto Ounas a disposizio­ne in questo periodo, ma ora è pronto: lui, come Juan Jesus, ha tanta forza. E la forza sarà fondamenta­le: se guardo l'Atalanta faccio fatica a trovare uno sotto il metro e novanta, ma si può avere più forza anche se fisicament­e si è meno prestanti». Ecco perché lui allena mente e corpo: «Ho ricordato ai ragazzi cos'hanno fatto finora e ho detto che non devono farsela ribaltare da nessuno: gli spaventato­ri, quelli che fanno i tifosi delle altre squadre, te la riportano a sfavore. Noi, però, dobbiamo sapere bene cosa abbiamo fatto: un buon calcio e tanti risultati con una discreta classifica, ma qualcuno vorrebbe metterci in una posizione differente. Siamo partiti con l'obiettivo Champions: strada facendo, vedremo che direzione prenderà il viaggio».

«Nel nostro stadio i tifosi saranno fondamenta­li con la loro spinta»

LUI&DRIES. Oggi, in attesa del ricorso contro la squalifica di due giornate rimediata dopo l'espulsione con il Sassuolo, andrà in tribuna. «Dico sempre ai calciatori di non cadere nelle provocazio­ni degli avversari, di accettare un errore arbitrale e di tenere un certo comportame­nto: quanto è accaduto è la concretizz­azione di ciò che non si deve fare e quindi pagherò una multa alla squadra. Bisogna sapersi trattenere davanti all'ingiustizi­a come fanno gli arbitri quando sbagliamo noi». In panchina andrà il suo vice, Domenichin­i, mentre in campo la guida sarà Mertens: «Sarà il capitano: ci deve indicare la strada». E tutto intorno, la gente. I tifosi: «Il nostro stadio diventa fondamenta­le». Parola ai trentamila.

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Piotr Zielinski 27 anni
 ?? ?? «Faccio fatica ad andare in tribuna» Spalletti, in foto con Mertens e Lozano, non digerisce la squalifica: «Amo stare nel vivo del gioco»
«Faccio fatica ad andare in tribuna» Spalletti, in foto con Mertens e Lozano, non digerisce la squalifica: «Amo stare nel vivo del gioco»

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