BOLOGNA, L’EUROPA SULLE SPALLE DI BARROW GONZALEZ PIÙ VLAHOVIC TORNA LA COPPIA VIOLA
Buone notizie per l’austriaco: l’infortunio potrebbe essere smaltito per il 12 contro il Toro o nella sfida successiva alla Juve Il capocannoniere ritrova il suo uomo assist che non gioca titolare dal 24 ottobre Anche da subentrato l’argentino è stato pr
Musa Barrow contro la Fiorentina e forse anche la domenica successiva a Torino contro il Toro, e Sinisa Mihajlovic gli chiede di ritagliarsi e di regalare al Bologna una prestazione da protagonista in una domenica che non dovrà solo appartenere a quel fenomeno di Dusan Vlahovic. Lo abbiamo detto, per quanto riguarda la trasferta di Torino è opportuno almeno a oggi usare “forse”, perché se da una parte tutta Bologna confida che il Bologna non debba avvertire più di tanto contro la Fiorentina l’assenza di Marko Arnautovic, da un’altra va sottolineato come il guaio muscolare rimediato dall’austriaco contro la Roma si sia rivelato meno serio del previsto, come già la risonanza magnetica alla quale Arnautovic era stato sottoposto giovedì aveva evidenziato. All’atto pratico anche l’ecografia di ieri ha scongiurato la presenza di una lesione come in un primo momento gli stessi sanitari rossoblù temevano, e ciò potrà consentire all’uomo che per questo Bologna è un autentico valore aggiunto di anticipare i tempi del suo ritorno in campo. Il discorso è questo: se tutto andrà per il meglio, Arnautovic potrebbe già essere pronto per la trasferta di Torino, altrimenti tornerà disponibile per la partita successiva, quella del 18 dicembre contro la Juventus.
ALLA RICERCA DEL VERO BAR
ROW. Inutile nascondere come ieri questa notizia abbia fatto felice non solo Mihajlovic e il popolo rossoblù, ma anche l’intera squadra, che non ha mai nascosto l’importanza dell’austriaco sia negli spogliatoi che (soprattutto) in campo per la personalità che sa garantire durante le partite. Certo, a cominciare dallo stesso Barrow, che a meno di clamorosi cambiamenti di intenti da parte di Mihajlovic sarà chiamato a sostituire domani contro la Viola. Primo perché il fatto di poter giocare alle spalle di Arnautovic per il ragazzo del Gambia è il massimo della vita, secondo perché come prima punta non è che si senta molto a proprio agio, nonostante l’anno passato in questo ruolo qualche progresso lo abbia fatto. Tra l’altro è un Barrow che negli ultimi tempi sembra essersi smarrito in area di rigore: se vi ricordate, l’attaccante del Gambia ha attraversato un periodo di luci facendo gol per quattro giornate di fila, precisamente a Empoli, contro la Lazio, a Udine e contro il Milan, poi da allora solo silenzi. Sì, perché proprio da quella notte che il Bologna giocò alla grande e perse solo negli ultimi attimi nonostante le espulsioni di Soumaoro e Soriano ecco che Barrow non è più finito nella voce marcatori del tabellino.
L’attaccante del Gambia atteso al riscatto: non segna da sei giornate
CHI VINCE, SVOLTA. Eppure le occasioni per ritrovarsi e ritrovare il gol soprattutto a La Spezia le ha avute, ma per sua sfortuna e per quella del Bologna un pallone regalatogli quasi alla fine del primo tempo da Soriano lo ha mandato sul palo e un altro pallone figlio di un assist meraviglioso di Arnautovic ha colpito il palo esterno. Che il Bologna abbia necessità in questo derby che vale un pezzo di Europa contro la Fiorentina, mancandogli Arnautovic, di avere quanto meno il miglior Barrow è il segreto di Pulcinella, perché è vero che la squadra di Vincenzo Italiano non si chiuderà come ha fatto due settimane fa il Venezia, ma è altrettanto vero che il ragazzo del Gambia dovrà essere bravo ad assicurare la giusta profondità e a trovare i pertugi giusti entro i quali buttarsi, perché se ciò non accadesse il Bologna rischierebbe di dover vivere troppo a lungo nella propria metà campo. Con le conseguenze che sono facilmente immaginabili trovandosi di fronte uno come Vlahovic che appena vede la porta diventa vorace come uno squalo.
L’attesa è tutta per Nico Gonzalez, perché seppur nell’altalena tra dentro e fuori per più motivi (impegni con la Nazionale, espulsione contro l’Inter e conseguente turno di squalifica a Udine, positività al covid-19 che l’ha tenuto a casa per ben diciotto giorni) l’argentino ha già dimostrato di essere un calciatore basilare per questa Fiorentina. E siccome appunto qualche “problema” di troppo ne ha limitato l’impiego, è soprattutto pensando a quello che può ancora dare insieme all’attuale capocannoniere della Serie A, Dusan Vlahovic, a far infiammare di speranza i tifosi viola e alimentare sogni finalmente in grande. Bologna e il Dall’Ara rappresentano il primo, significativo esame di maturità per le “nuove” ambizioni della squadra di Italiano - che viene da quattro sconfitte consecutive lontano dal Franchi - in chiave europea: con Nico Gonzalez.
CHE COPPIA. L’ex Stoccarda è stato risparmiato (panchina e nemmeno un minuto) con la Sampdoria per non rischiare nulla dopo l’affaticamento muscolare accusato nel post Empoli, ma in questi giorni si è allenato bene e ha spinto: la riprova cercata e voluta dal tecnico siciliano per schierarlo titolare domani. Rimangono un giorno e la rifinitura per le ultime riflessioni che, se nulla cambia, porteranno al ritorno di Gonzalez dal primo minuto a distanza di un mese e mezzo esatto dall’ul
tima volta (Fiorentina-Cagliari del 24 ottobre con un gol segnato): e se il modulo comporta che si parli di tridente per l’attacco, è indiscutibilmente il tandem con Vlahovic a stuzzicare la fantasia e ad attirare le attenzioni maggiori. Si completano talmente bene i due, che la Fiorentina ha visto solo una minima parte di quello che possono fare. Il pallone rubato da Gonzalez a Theo Hernandez e trasformato in assist per il sinistro del 4-2 viola firmato dal serbo nella partita contro il Milan è solo l’ultimo esempio in ordine temporale, ma anche il più eclatante.
VALORE NICO. Eppoi, è il sudamericano il primo ad avere una voglia matta di dare continuità alla propria presenza in campo e al rendimento, cosa finora impedita da questo o quel freno quando serviva invece il salto di qualità. Su quello, cioè che sia nelle sue corde essere il valore aggiunto, nessun dubbio. Ha talento sotto forma di dribbling e fantasia; ha tempi e visione di gioco, ha cattiveria agonistica, ha fame. E vede la porta. Uno così, come può non andare “d’accordo” calcisticamente con Vlahovic che ha le stesse, identiche caratteristiche per altre vie e altri modi? I numeri del centravanti serbo renderebbero superflui ulteriori commenti, ma pure quelli di Gonzalez spingono in un’unica direzione, partendo dagli appena 573 minuti disputati in dieci partite complessive che appunto sono un promemoria dei vari ostacoli incontrati lungo il cammino. Però, ugualmente dicono tanto i due gol realizzati (uno anche al Torino oltre a quello ricordato contro il Cagliari) e i due assist (il secondo con l’Inter per il momentaneo 1-0 di Sottil). Insomma, è quello che potrà essere più di quello che è stato.
Ritrovati fiato, forza e tenuta atletica, il 23enne Nazionale argentino è pronto a rimettersi a disposizione di Italiano, della Fiorentina, di Vlahovic. A Bologna non ci arriva al meglio della condizione e diversamente non sarebbe possibile, però testa e gambe sono a posto per dare un contributo che sia più dei ventuno minuti disputati col Milan e dei trentadue a Empoli nelle due gare successive al rientro. Il posto è lì che lo aspetta: oggi chiederà il via libera definitivo per averlo.
IL MOMENTO È ADESSO.