Spalletti: Staremo in alta quota fino alla fine
Il tecnico del Napoli elogia la sua squadra: «Abbiamo fatto una gara di livello» «Negli ultimi dieci minuti meritavamo di pareggiare Tranquilli, andremo lontano»
Quando ormai è finita, e dentro potrebbe esserci (soprattutto) l’amarezza per aver perso la partita e il primo posto, Luciano Spalletti scende dalla tribuna, dal dirigibile che l’ha ospitato per i 94 minuti belli e dannati per il suo Napoli, e si va a sistemare dinnanzi alle telecamere, perché sia sua anche una serata nella quale la delusione la fa da madre e anche da padre. «Avessimo vinto, avrebbe parlato Domenichini ovviamente. Ma visto che abbiamo perso, è giusto che lo faccia io». Nella notte di uno stadio che, mentre è ormai finita, applaude a oltranza, la lezione è servita: si può analizzare una partita al di là delle difficoltà, delle assenze, di alibi robustissimi che vengono lasciati a bordo campo e persino andando oltre il risultato, adagiandolo in un angolo dei pensieri spettinati che Spalletti si porta appresso e che non tiene per sé. «L’Atalanta ha vinto una partita vera e contro una squadra vera, vale a dire il Napoli. Abbiamo giocato un calcio di livello, siamo riusciti a mettere in campo una squadra credibile che ha fatto belle cose. Poi ho dovuto fare delle scelte e non abbiamo avuto però fortuna». Mancandogliene già sei, a un certo punto, per non fargli mancare nulla, il destino lo ha costretto anche a rinunciare a Lobotka, una delle grandi sorprese di questo trimestre infarcito di «accidenti» vari sui quali almeno un riferimento piccolo-piccolo si può fare: «Nonostante tutto quello che ci sta capitando, siamo in condizione di restare agganciati ai club più forti o a quello che possiamo definire il carro importante: perché nel momento in cui ritroveremo alcuni dei nostri, saremo anche in condizione di poter sfruttare più cambi. Lobotka stava gestendo benissimo la regia, portava l’Atalanta fuori giri, riusciva a imbucare. Adesso verifichiamo questa ulteriore difficoltà ma noi contiamo in Demme: non avesse avuto il Covid, avrebbe giocato dall’inizio, ma è complicato tornare in fretta a certi ritmi dopo aver contratto il virus». «ANDREMO LONTANO». Novantaquattro minuti giocando senza paura, andando a fronteggiare l’Atalanta, facendole anche paura, prima di subirne il ritorno: ma Spalletti se ne va contento, apparentemente, e prende il meglio di una serata perfida. «Nel nostro atteggiamento ci sono state tante cose fratte in maniera giusta e corretta. I ragazzi avrebbero meritato il gol del pareggio ed io gli ho fatto i complimenti. Secondo me, stiamo fapo. cendo ciò che è giusto e che ci porterà lontano». Lasciando che quest’ora e mezza, resti una parentesi. «Siamo stati in equilibrio e siamo stati benissimo in camLoro hanno forza fisica, in questo sono i più forti, e sono intelligenti anche nel fare i falli, sanno come farli e dove farli, per esempio nella nostra metà campo. Noi dobbiamo imparare in questo».
E poi lanciarsi di nuovo dentro a un sogno che Spalletti, con abilità dialettica, non cita ma al quale allude: il programma iniziale, quello abbracciato nel momento dell’ingaggio, prevedeva l’inseguimento del quarto posto
«Nonostante tante assenze, restiamo attaccati al carro dei club più forti»
«Lobotka stava giocando benissimo La sua uscita si è fatta sentire»
e della zona-Champions, ma per spazzare via quel refolo di delusione, ci sono messaggi subliminali utili per rincuorare il Napoli e anche Napoli, per rimuovere quella sensazione di malinconia che una sconfitta può concedere o anche il sorpasso del Milan e dell’Inter: «Continueremo a fare grande calcio, per divertire i nostri tifosi, che sta rispondendo nel modo giusto. E così, si andrà lontano».