Mourinho «Roma nulla in attacco»
Il tecnico accetta il ko («Inter più forte di noi in condizioni normali, così lo è di più») ma lancia anche frecciate «E avevamo un’organizzazione difensiva debole, ma non si può prendere il primo e il terzo gol in quel modo: ridicolo»
Blackout totale in campo, blackout parziale fuori. Dopo aver annullato la conferenza della vigilia, José Mourinho insiste con lo sciopero mediatico limitandosi a una sola risposta, prima in tv e poi in sala stampa. Nella serata «emozionale» che gli riportava alla mente i dolci ricordi del triplete, Mourinho sembra addirittura rassegnato alla chiusura del cerchio. Che abbia incassato tre gol dall’Inter in un solo tempo, tre quanti furono i trofei del 2020, è quasi una beffa del destino. La sua Roma, questa Roma, sta peggiorando partita dopo partita: da 13 anni non perdeva 7 delle prime 16 giornate di campionato. Ma questa non è stata semplicemente una sconfitta, è stata una resa preventiva. «Mi scuso con la gente a casa, che magari potrebbe avere interesse a conoscere le mie valutazioni premette - ma voglio fare solo una breve analisi».
INFERIORITÀ. Forse potrebbe scusarsi anche con i tifosi, fantastici, che hanno cantato fino alla fine nonostante il capo chino e non meritavano di uscire umiliati dall’avversario. Invece Mourinho, che ha ricevuto il sostegno pubblico di Tiago Pinto, va oltre: «L’Inter è più forte di noi in condizioni normali, obiettivamente, perché parte da 29 punti in più dello scorso anno. In queste condizioni poi è molto più forte. Tra Covid, infortuni e squalifiche avevamo troppi limiti per contrastarla. In campo c’era un potenziale offensivo praticamente nullo, visto che ho perso anche Carles Perez per un infortunio muscolare». Da qui la bizzarra decisione di schierare una linea di cinque difensori puri, con Ibañez a destra: «Speravo di fare gol alla prima opportunità, in modo chirurgico. Ne abbiamo avute tre, di cui due sullo 0-0, e non le abbiamo sfruttate».
CROLLO. Poi, la catastrofe. Aperta dal calcio d’angolo di Calhanoglu passato tra le gambe di Rui Patricio: «Avevamo un’organizzazione difensiva debole. Ibañez non è un terzino, Viña non giocava da tanto, ma non si può prendere gol come è successo sul primo, che è ridicolo, e sul terzo gol, che è altrettanto ridicolo. Non me l’aspettavo». L’atteggiamento conservativo, per non dire remissivo, non ha pagato, perché l’Inter ha fatto il comodo proprio dopo una buona partenza della Roma: «Non potevamo pressare alto. Come fai a pressare alto se hai così tanti problemi dietro?». Qui Mourinho sottolinea con un concetto non elegantissimo la differenza tra un allenatore e un giornalista: «Capisco il vostro lavoro e le vostre domande. Ma il nostro è molto più difficile. Per questo prendiamo tanti soldi in più di voi».
SARCASMO. Inevitabile un riferimento all’arbitraggio: «Di Bello è andato bene e ovviamente non ha influito in alcun modo sul risultato. Però devo constatare che siamo la squadra più indisciplinata d’Italia. Mancava solo il giallo a Cristante, che era diffidato come Zaniolo e Mancini. Ma devo già prepararmi per la prossima partita contro lo Spezia: Cristante sarà ammonito e non potrà giocare contro l’Atalanta...».
Sarcasmo sull’arbitro «Di Bello è andato bene, però manca un giallo a Cristante»
CAREZZA. In un sabato così avvilente, ha concesso mezz’ora a Edoardo Bove e il debutto in Serie A a Cristian Volpato, sotto gli occhi di Totti che era in tribuna (applauditissimo) e che gli fa da manager. Nel complesso, Mourinho assolve i suoi: «Ho avuto tante sconfitte, tanti problemi, ma con questi ragazzi non rie
sco ad avere un feeling negativo. Loro danno tutto. E quando dai tutto non sei obbligato a fare di più. Mi sento solidale con il gruppo. Ora pensiamo alla partita di giovedì a Sofia, che dobbiamo vincere anche se forse non servirà a niente, e poi allo Spezia, senza Mancini, Zaniolo, Pellegrini e non so quanti altri. Cercheremo di tornare a vincere dopo due sconfitte di fila». Ce ne sarebbe un enorme bisogno anche se certe scoppole, soprattutto per come vengono, lasciano il segno.