Corriere dello Sport

Pioli: Così, fino alla fine E ora sotto col Liverpool

Il tecnico: «Non è ancora il tempo di guardare la classifica. In coppa avremo San Siro a sostenerci»

- Di Pietro Guadagno MILANO

Sorpasso e primato solitario. Insomma, il miglior modo per prepararsi alla sfida decisiva in Champions con il Liverpool. Il Diavolo approfitta dello stop del Napoli e si issa in cima al campionato. Non guardava tutti da lassù dal 6 febbraio, seconda giornata del girone di ritorno dello scorso campionato. Sono trascorsi 10 mesi e ritrovarsi ancora in quella posizione è l’ennesima dimostrazi­one del lavoro svolto dal Milan, inteso come società, allenatore e giocatori. Ora, l’obiettivo è quello di andare fino in fondo e di non piantarsi come accadde la settimana successiva a quel 6 febbraio. «Siamo partiti bene anche quest'anno - ha sottolinea­to Pioli -. Stavolta, dobbiamo tenere alto il livello per tutto il campionato. Non è il momento di guardare la classifica, piuttosto è importante aver reagito bene dopo due sconfitte di fila. Il nostro è un percorso di crescita che va avanti partita per partita: quello che conta poi è la fine». E allora, per arrivare in fondo, servirà pure il mercato di gennaio, soprattutt­o dopo lo stop di Kjaer: «Non è il momento di pensarci. So di avere alle spalle dirigenti molto attenti e preparati: se ci sarà la possibilit­à di migliorare, il club lo farà».

OCCASIONE VOLUTA. Ieri, il Milan aveva il compito più semplice rispetto alle rivali e il campo lo ha confermato. L’abilità dei rossoneri è stata di archiviare la pratica Salernitan­a in rapidità e scioltezza. «E’ andata proprio come mi auguravo – ha confermato il tecnico rossonero -. Abbiamo sbloccato presto il risultato e poi controllat­o, concedendo poco. Mi sono arrabbiato perché potevamo segnare anche il terzo gol. Ma l’importante era dare continuità alla prestazion­e contro il Genoa. Ci siamo riusciti e non era così scontato, nonostante qualcuno possa sostenere il contrario». E ora, come comunicato alla vigilia, c’è tutto il tempo per concentrar­si sul Liverpool. «Averli già incontrati ci permette di avere qualche informazio­ne in più. Da domani (oggi, ndr) entreremo nei dettagli

con i ragazzi. La certezza è che in Champions servono qualità e intensità e noi dovremo averle. Abbiamo voluto a tutti i costi questa occasione. Proveremo a sfruttare il grande ambiente che troveremo a San Siro e, magari, gli spazi che concederan­no, visto che non sono così impenetrab­ili in fase difensiva. Se sono pronto a stappare lo champagne come ai tempi della salvezza della Salernitan­a? Una bottiglia è sempre in frigo...».

FALSO 9. Sarà innanzitut­to compito

di Ibrahmovic provare a fare male ai Reds. Tuttavia, in 6 incroci tra Juventus, Inter e Manchester United, lo ha fatto soltanto una volta (l’ultima) ed è valso un 1-1. Il vero problema è che, contro il Liverpool, lo svedese non ha mai vinto: 3 pareggi e 3 sconfitte il suo bilancio. Ieri pomeriggio, il totem di Malmoe non si è mai alzato dalla panchina. Anche quando si è fatto male Pellegri («Mi dispiace molto, aveva cominciato bene»), la scelta è caduta su Krunic, che è andato a piazzarsi al centro dell’attacco, come falso 9. «Il bosniaco è un giocatore molto intelligen­te. Si scambiava con Diaz e così non abbiamo dato punti di riferiment­o. Perché non Leao? Ormai a sinistra si trova a suo agio ed è più difficile da marcare. Il dubbio in quel momento era tra Krunic e Messias».

«Mi sono arrabbiato perché potevamo segnare il terzo gol Mercato? C’è il club»

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GETTY Saelemaeke­rs dopo il suo 2-0 mostra la maglia di Kjaer

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