Pioli: Così, fino alla fine E ora sotto col Liverpool
Il tecnico: «Non è ancora il tempo di guardare la classifica. In coppa avremo San Siro a sostenerci»
Sorpasso e primato solitario. Insomma, il miglior modo per prepararsi alla sfida decisiva in Champions con il Liverpool. Il Diavolo approfitta dello stop del Napoli e si issa in cima al campionato. Non guardava tutti da lassù dal 6 febbraio, seconda giornata del girone di ritorno dello scorso campionato. Sono trascorsi 10 mesi e ritrovarsi ancora in quella posizione è l’ennesima dimostrazione del lavoro svolto dal Milan, inteso come società, allenatore e giocatori. Ora, l’obiettivo è quello di andare fino in fondo e di non piantarsi come accadde la settimana successiva a quel 6 febbraio. «Siamo partiti bene anche quest'anno - ha sottolineato Pioli -. Stavolta, dobbiamo tenere alto il livello per tutto il campionato. Non è il momento di guardare la classifica, piuttosto è importante aver reagito bene dopo due sconfitte di fila. Il nostro è un percorso di crescita che va avanti partita per partita: quello che conta poi è la fine». E allora, per arrivare in fondo, servirà pure il mercato di gennaio, soprattutto dopo lo stop di Kjaer: «Non è il momento di pensarci. So di avere alle spalle dirigenti molto attenti e preparati: se ci sarà la possibilità di migliorare, il club lo farà».
OCCASIONE VOLUTA. Ieri, il Milan aveva il compito più semplice rispetto alle rivali e il campo lo ha confermato. L’abilità dei rossoneri è stata di archiviare la pratica Salernitana in rapidità e scioltezza. «E’ andata proprio come mi auguravo – ha confermato il tecnico rossonero -. Abbiamo sbloccato presto il risultato e poi controllato, concedendo poco. Mi sono arrabbiato perché potevamo segnare anche il terzo gol. Ma l’importante era dare continuità alla prestazione contro il Genoa. Ci siamo riusciti e non era così scontato, nonostante qualcuno possa sostenere il contrario». E ora, come comunicato alla vigilia, c’è tutto il tempo per concentrarsi sul Liverpool. «Averli già incontrati ci permette di avere qualche informazione in più. Da domani (oggi, ndr) entreremo nei dettagli
con i ragazzi. La certezza è che in Champions servono qualità e intensità e noi dovremo averle. Abbiamo voluto a tutti i costi questa occasione. Proveremo a sfruttare il grande ambiente che troveremo a San Siro e, magari, gli spazi che concederanno, visto che non sono così impenetrabili in fase difensiva. Se sono pronto a stappare lo champagne come ai tempi della salvezza della Salernitana? Una bottiglia è sempre in frigo...».
FALSO 9. Sarà innanzitutto compito
di Ibrahmovic provare a fare male ai Reds. Tuttavia, in 6 incroci tra Juventus, Inter e Manchester United, lo ha fatto soltanto una volta (l’ultima) ed è valso un 1-1. Il vero problema è che, contro il Liverpool, lo svedese non ha mai vinto: 3 pareggi e 3 sconfitte il suo bilancio. Ieri pomeriggio, il totem di Malmoe non si è mai alzato dalla panchina. Anche quando si è fatto male Pellegri («Mi dispiace molto, aveva cominciato bene»), la scelta è caduta su Krunic, che è andato a piazzarsi al centro dell’attacco, come falso 9. «Il bosniaco è un giocatore molto intelligente. Si scambiava con Diaz e così non abbiamo dato punti di riferimento. Perché non Leao? Ormai a sinistra si trova a suo agio ed è più difficile da marcare. Il dubbio in quel momento era tra Krunic e Messias».
«Mi sono arrabbiato perché potevamo segnare il terzo gol Mercato? C’è il club»