Sarri corre ai ripari per uscire dall’incubo
Lunga e silenziosa vigilia anche Lotito ieri a Formello Oggi a Marassi per la svolta Squadra più equilibrata e robusta dopo gli 8 gol con Napoli e Udinese Non vince fuori da oltre tre mesi
Il silenzio aiuta a meditare, ma segnala anche un disagio, classico rifugio a Formello quando non arrivano i risultati. Sarri, che dovrebbe e poteva rappresentare un allenatore di rottura rispetto al passato in termini di visibilità e non solo di gioco, è entrato nella scia dei suoi predecessori, inghiottiti dalle strategie stantie e consolidate dal 2008. Questa volta c’è il contratto firmato da Lega e Dazn dietro a cui ripararsi e anche l’opportunità creata dal campo: 8 gol presi nel giro di quattro giorni con Napoli e Udinese invitavano al silenzio e alla concentrazione. Non c’è tanto di cui discutere e parlare, se non all’interno del centro sportivo, dove Lotito ieri si è presentato in tarda mattinata. Era in largo anticipo rispetto all’allenamento di rifinitura, fissato alle 15. Il tempo giusto dopo aver metabolizzato la rabbia per il 4-4 di giovedì sera all’Olimpico con l’Udinese e il venerdì trascorso a Villa San Sebastiano tra impegni della holding e collegamenti da remoto con la Lega.
CONFRONTO. Ha visto la Lazio Women e poi si è trattenuto a Formello. E’ possibile che il presidente abbia cominciato a raccogliere l’invito di Sarri, uscito di nuovo allo scoperto con la richiesta di rinforzi. «Non bisogna cogliere occasioni, ma organizzare delle riunioni programmatiche per mettere giù le idee e capire cosa si potrà realizzare in due o tre sessioni di mercato. Lavorando bene, credo si possa costruire una squadra seria» disse prima di affrontare l’Udinese di Gotti, suo vice ai tempi del Chelsea. Urgono rinforzi in difesa. Un centrale da alternare a Luiz Felipe e Acerbi, un terzino di piede sinistro se Radu andrà via a gennaio, un portiere subito (se la complicata convivenza tra Reina e Strakosha dovesse interrompersi) o almeno per la prossima stagione, un attaccante duttile dietro a Immobile. Le priorità sono chiare.
IN TRASFERTA. L’attualità riporta alla mancanza di equilibrio, ormai acclarata, della Lazio che in realtà andrebbero corrette attraverso un atteggiamento tattico diverso. Le trasferte si sono trasformate in un incubo. Prima e unica vittoria a Empoli il 21 agosto, non senza sofferenza: subito un gol concesso in contropiede, venti minuti abbondanti a difendere con affanno sul 3-1 per arrivare in fondo alla partita. Da allora oltre tre mesi di delusioni. Il ko a San Siro con il Milan, il pareggio strappato in extremis e su rigore a Torino, il crollo di Bologna e gli schiaffoni di Verona. Unica eccezione e forse si tratta della prestazione più convincente dall’inizio del campionato il pari beffa di Bergamo con il 2-2 dell’Atalanta a tempo scaduto. La storia recentissima porta al poker servito da Spalletti e Mertens al Maradona.
SQUILIBRIO. Sarri si sentiva ai confini del divertimento, è tornato indietro nel gioco, smarrendo quel piccolo castello di certezze su cui aveva costruito la ripartenza. Ora è nono in classifica e hai voglia a confrontare i numeri con l’ultima stagione di Inzaghi. La Lazio non prendeva tanti gol dal 1957/58 e la diciottesima difesa della Serie A merita protezione. Tre attaccanti più Luis Alberto, Cataldi e Milinkovic
sulla mediana con Lazzari arretrato sulla linea difensiva. Un lusso, impossibile da sostenere. Così Mau tornerà alle richieste di inizio ottobre. Ordine, applicazione, solidità. Fuori casa ha preso 17 gol. Una media superiore ai 2 per partita. Troppo. L’Europa League, per quanto il posticipo del lunedì sia stato soppresso dal calendario, non può essere un alibi. La Lazio ci gioca da una vita, ovvero dai tempi di Ballardini e Reja, è il club italiano con più presenze, uno dei primissimi in Europa. Alla terza partita nel giro di una settimana, sono scontati dei cambi. L’urgenza di freschezza si sposa con le esigenze di equilibrio. E’ possibile l’esclusione di Luis Alberto e Felipe Anderson a favore di Basic e Zaccagni. Marusic o Radu dovrebbero completare la linea arretrata con Hysaj a destra. Squadra più robusta ed equilibrata per svoltare a Marassi. La Samp ha presi gli stessi gol: 29. D’Aversa viene considerato in bilico, Sarri cerca la svolta a Marassi. Almeno la tradizione lo sostiene: 10 precedenti in carriera e una media di 2,30 punti (7 vittorie, 2 pareggi, 1 sconfitta) con Juve, Napoli ed Empoli.
Una sola vittoria fuori casa dall’inizio del campionato e 17 gol al passivo
Ieri altro confronto con il presidente Il tecnico chiede rinforzi a gennaio