«Brindisi, niente miracoli ma programmi e fantasia»
Il presidente Marino: «Da 10 anni siamo una realtà consolidata E con il nuovo Palasport...»
Oggi il big match tra la sempre più sorprendente Happy Casa e la corazzata Armani Milano
ABrindisinon vogliono sentir parlare di miracoli. «Fanno parte della fede - dice il presidente Fernando Marino -. Qui si parla di sport. Poi un miracolo è qualcosa che si verifica una volta. Noi da una decina di anni siamo una realtà consolidata. Preferisco che ci venga riconosciuta la capacità di programmare». E così sia. Nella splendida terra di Puglia, Marino e il direttore sportivo Simone Giofrè continuano a costruire a Brindisi qualcosa di importante. «Il management - prosegue il presidente - è solido e affiatato. Va allargato al coach Frank Vitucci, a Tullio Marino, il nostro general manager e a tutte le persone che compongono uno staff di altissimo livello. Senza programmazione non si va da nessuna parte».
RISORSE. Anche senza risorse verrebbe da dire. «Non abbiamo un proprietario importante come Giorgio Armani. Cerchiamo di trovare la strada per essere competitivi. Abbiamo 104 aziende che ci supportano e finalmente ora partiranno i lavori del nuovo palasport. L'esplosione del Covid aveva bloccato il progetto. Ora ci siamo. Speriamo entro due anni di entrare nella nuova casa che, oltre a garantirci maggiori introiti da botteghino rispetto al PalaPentassuglia, sarà gestito da noi. Ci aiuterà ad avere maggiori risorse e ad essere ancora più appetibili per gli sponsor».
BIG MATCH. Insomma, la storia di Cenerentola è alle spalle. Oggi alle 17 la Happy Casa affronterà la corazzata Milano con l'idea di farle lo sgambetto. «Cosa che nelle ultime quattro gare che ci visto affrontare l’Olimpia ci è riuscita già tre volte», dice Simone Giofrè.
Per lui assemblare ottime squadre con quanto denaro c’ è incassa non è operazione complicata .« Vengo dalla scuola di Bruno Arrigoni. Chi meglio di lui poteva insegnare la geniale creatività nel fare mercato? Noi non abbiamo i budget di club come Milano o Virtus Bologna, quindi dobbiamo affidarci a fiuto ed inventiva. John Brown ad esempio. Già quando lo portai alla Virtus Roma, in A2, qualcuno storse il naso. Veniva da un college di secondo livello, era basso di statura e sconosciuto. Ora è un giocatore di grande valore anche in Europa. O Darius Thompson. Dissi a coach Vitucci che poteva essere il nostro playmaker. Frank lo osservò con attenzione e dopo qualche giorno mi chiese se avevo bevuto. Poi, lo studiò ancora e alla fine concordò. Sappiamo come è andata a finire...»
FANTASIA. Come nel '68, fantasia al potere. «Aggiungerei - riprende il presidente Marino - anche tanta attenzione. Non facciamo voli pindarici ma proviamo sempre a migliorarci. Quello che nelle ultime stagioni ha fatto Brindisi non è certo casuale. Ci manca la medaglia da appuntarci al petto, la vittoria sfuggita: come nelle due finali di Coppa Italia perse, quando lo striscione dell'arrivo è prossimo».
Intanto, c'è da giocare la sfida contro l’Olimpia. «Paghiamo dazio contro di loro fisicamente - prosegue Marino - e per questo cercheremo di correre più. Speriamo che siano stanchi dopo una dura gara come quella di Berlino in Eurolega. Batterli in una partita è possibile, poi nel campionato loro e Bologna sono un gradino più in alto. Un fatto di risorse: magari tra qualche anno saremo vicino a loro anche noi. Mando un grande abbraccio a un giocatore dell’Armani che da noi è esploso: Moraschini (sospeso per doping, ndr). Non entro nel merito della vicenda che lo ha coinvolto ,ma a Brindisi lo portiamo nel cuore».
Sugli obiettivi stagionali Giofrè è chiaro: «Navighiamo a vista. Non è pretattica, è la verità. Abbiamo cambiato tanto, come Milano, ma se vedi i roster ti accorgi che loro hanno tutti giocatori di primissimo livello. Non fanno l'Eurolega per caso e io credo che potranno di nuovo arrivare alle Final Four e magari ottenere un risultato ancora migliore di quello dello scorso anno. Noi dobbiamo mettere nel mirino i playoff».
«104 aziende ci supportano: tra due anni avremo una nuova casa»
Il d.s. Giofré: «Senza grandi budget noi ci affidiamo a fiuto ed inventiva»