IL NAPOLI CHIAMA NAPOLI
Venduti undicimila biglietti: si spera in una forte impennata tra oggi e domani per avere al Maradona una grande spinta contro il Leicester
Non decolla la prevendita per la sfida cruciale con gli inglesi È in ballo il prosieguo del cammino degli azzurri in Europa League: una vittoria darebbe alla squadra di Spalletti l’accesso alla fase successiva
Undici uomini in campo, undicimila fuori fino a ieri: mille tifosi ciascuno, verrebbe da dire. Ma poi ci sono anche i ragazzi in panchina, l'allenatore e soprattutto l'obiettivo-qualificazione da scaldare e alimentare con le mani e con la voce: e tutto sommato, alla fine viene fuori che la prevendita di Napoli-Leicester, ultima e decisiva partita della fase a gruppi di Europa League, non è mai decollata. La squadra ha bisogno della sua gente, ora come mai considerando tutte le difficoltà, ma a dispetto di tariffe più basse delle precedenti con Spartak Mosca e Legia Varsavia e soprattutto dello sconto del cinquanta percento per i possessori del biglietto con il Legia, fino a ieri erano appena undicimila i tagliandi venduti su una capienza complessiva di quarantunomila spettatori. Con seicentocinquanta inglesi a coté annunciati e certificati. È andata così, maluccio, ma qualcosa può cambiare: c'è ancora tempo a disposizione per conquistare un posto al Maradona, non molto ma si può fare. Il Napoli chiama Napoli: il dodicesimo uomo. Che è una sorta di figura romantica, certo, ma in questi tempi di austerity è anche una sorta di necessità.
L'AIUTO DEL PUBBLICO. E allora, la mano del Maradona: e d'accordo non sarà de D10S, per carità, ma è comunque un sostegno imprescindibile e comprovato in tante, tantissime battaglie sportive. Premessa d'obbligo: Spalletti e la squadra, i reduci di un periodo di enorme complessità e varie circostanze sfortunate in serie, non hanno mai scelto la strada delle lacrime facili, dell'autocommiserazione tanto per intenderci, e anzi hanno giocato di tattica nella maniera più fine possibile e lottato con grandissima professionalità e altrettanta dignità senza mai abbassare la testa. Mai. Detto questo, l'aiuto del pubblico ha sempre avuto e più che mai avrebbe proprio ora una funzione decisiva: scariche di adrenalina e cariche di energia per andare oltre ogni assenza, ogni infortunio e ogni inevitabile stato di sconforto.
FORZA NAPOLI. Finora, al Maradona il tetto dei trentamila è stato toccato con l'Atalanta e sfondato con la Lazio, in occasione dell'omaggio al Diego: trentaseimila spettatori, atmosfera magica, curve in grande spolvero e il poker è (stato) servito. Fondamentale anche il lavoro - si fa per dire - registrato sabato con il flipper guidato da Gasperini: il Napoli ha tenuto testa a un avversario super in condizioni d'emergenza, spinto anche dalle ugole dei suoi. Alé. E ora? Beh, domani con il Leicester è fondamentale per la qualificazione e di conseguenza anche per il primo posto nel girone (se lo Spartak non vincerà con il Legia), ma la prevendita è stata fredda: undicimila biglietti venduti, dicevamo. La storia può ancora cambiare, le vendite sono ancora aperte, ma nella migliore delle ipotesi difficilmente si andrà oltre i quindicimila spettatori. Pochi rispetto ai quarantunomila posti della capienza attuale (al 75%) e pochi anche in generale per una squadra che lotta ai vertici d'Italia e d'Europa. L'attenuante? Il giorno feriale, il clima rigido, l'orario un po' ibrido per chi lavora e magari anche la scelta di investire sul campionato: ognuno ha le proprie esigenze, ci mancherebbe. Fermo restando prezzi scontati rispetto alle precedenti di coppa e la promozione-Legia: già, il Napoli chiama Napoli. La sua città.
In questa stagione soltanto con Lazio e Atalanta superata quota trentamila