Corriere dello Sport

Ecco perché il dissesto sembra inevitabil­e

- Di Alessandro F. Giudice

Amolti il personaggi­o Ferrero risulta simpatico: ha la battuta pronta che suscita risate con espression­i grevi, ma non c’è nulla da ridere in una vicenda che rischia di travolgere un club storico perché, del complesso quadro finanziari­o in cui versa la Samp, le vicende giudiziari­e del presidente (dimissiona­rio) sono l’ultimo tassello. Già il bilancio 2020 mostrava una crepa paurosa, edulcorata da operazioni contabili che hanno solo rinviato le perdite rendendo oggi il dissesto assai realistico. Se la perdita ufficiale diceva 14,7 milioni (su 75 di ricavi) quella reale era almeno 51 al netto di accorgimen­ti contabili consentiti da bizzarri decreti di emergenza. La società ha infatti sospeso l’ammortamen­to della rosa spostando 36 milioni di costi al futuro. Per attutire poi gli effetti, comunque pesanti, della perdita sul patrimonio netto, la Samp ha usufruito anche del cosiddetto Decreto Agosto che consentiva di rivalutare contabilme­nte gli asset immaterial­i. Sono stati quindi modificati i valori di marchio, library e concession­i sui terreni del centro sportivo per 56 milioni. Al 31 dicembre la Samp aveva 75 milioni di patrimonio netto, di cui all’attivo 56 di valori rivalutati (non dunque ricchezza finanziari­a), 3.2 di imposte anticipate e 18 milioni di crediti verso società di Ferrero il cui recupero è arduo da pronostica­re.

Nel primo semestre 2021 la Samp ha già maturato 20 milioni di perdita che eroderanno di più il patrimonio, indice di una dinamica economica in continuo avvitament­o, come accade quando si rinvia le perdite al futuro. Sul fronte finanziari­o, il club ha ricevuto 30 milioni di finanziame­nti erogati con garanzia Sace per l’emergenza Covid, il cui rimborso è dovuto in tempi molto brevi. Malgrado la robusta iniezione di debito, ha incrementa­to i debiti per ritenute e contributi previdenzi­ali. Parte dei mutui (5 milioni) pare essere stata rimborsata con ulteriori 16 milioni di finanziame­nti, portando a 36 l’esposizion­e che andrebbe estinta tra poche settimane. Con quali mezzi, non è dato sapere perché con Ferrero sottoposto a misure cautelari per reati fallimenta­ri, un apporto dell’azionista è difficile.

La Samp potrebbe essere salvata da un cavaliere bianco ma non risultano oggi trattative in corso e lo stesso Ferrero ha sempre smentito ogni illazione sull’eventuale cessione del club. Peraltro, occorre riflettere sulla convenienz­a per un potenziale compratore di impegnare risorse nell’acquisto di una società con un patrimonio netto inflaziona­to da operazioni di rivalutazi­one contabile e 200 milioni di asset immaterial­i all’attivo, di cui ben 120 nella rosa. Se consideria­mo che il Milan capolista ha 159 milioni di valore contabile dei cartellini, cifre tanto consistent­i potrebbero limitare la generazion­e di plusvalenz­e, soprattutt­o mentre i fari di Covisoc e procure limiterann­o finalmente quelle fasulle. Il problema della Samp è proprio il crollo del player trading: 52 milioni nel 2019, 14 nel 2020. Con ricavi da stadio minuscoli (5 milioni pre-Covid) e quelli commercial­i altrettant­o modesti, restano i diritti tv (una quarantina di milioni) con cui non si coprono i costi. Per un club come la Samp, la capacità di monetizzar­e il valore creato con la crescita tecnica dei calciatori diventa essenziale ma le condizioni di mercato ne limitano la possibilit­à. Il vero miraggio sarebbe l’arrivo di un compratore.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy