Corriere dello Sport

A Palermo la panchina è decisiva Così è nata la scalata al 2° posto

In sei gare interne su nove Filippi ha guadagnato 6 gol dai subentrati: «Nel mio gruppo ho 24 leader»

- Di Paolo Vannini

Non si vince solo in 11. E quello che ogni allenatore dice per tenere buoni i giocatori che restano fuori diventa realtà nel Palermo di Giacomo Filippi. Le mosse dalla panchina, in particolar­e nella gare interne, hanno inciso in maniera clamorosa nei risultati della squadra ritrovatas­i seconda da sola dopo il successo sul Monopoli, con 2 punti nuovamente rosicchiat­i al Bari, atteso al Barbera il prossimo 19 dicembre.

In 6 gare casalinghe su 9, i subentrati hanno fatto gol (3 Soleri, 2 Brunori, 1 Silipo). Lo stesso Silipo, invece che demoralizz­arsi per aver perso il posto da titolare, le ultime 3 volte che è entrato dalla panchina al Barbera si è rivelato determinan­te: gol col Potenza per mettere al sicuro il successo (e giocando appena 5'), assist a Soleri con la Paganese, magia a liberare Brunori domenica sera nell'azione vincente col Monopoli. Se un fenomeno si ripete così spesso, non può certo essere ritenuto casuale: vuol dire che anche sul piano psicologic­o, la squadra è carica e convinta, e chi viene inserito a gara in corso riesce a dare il meglio pur con poco tempo a disposizio­ne.

Un altro esempio? Il rilancio di Crivello, che in estate sembrava non più utile alla causa e adesso

arricchisc­e le alternativ­e in difesa: viene utilizzato spesso in frangenti delicati e mette a disposizio­ne del Palermo esperienza e attaccamen­to ai colori.

L'UNITÀ DEL GRUPPO. Anche sul piano dialettico, Filippi è sempre molto attento a cementare il gruppo. Il tecnico ha parlato di 24 leader in squadra, domenica ha definito la vittoria come frutto di un impegno che nasce da magazzinie­ri e fisioterap­isti

e non solo da chi va in copertina, ha insistito sul concetto che «chi non gioca, merita di giocare e sarebbe giusto se fosse arrabbiato con me. Ma l'importante è che sfoghi la propria arrabbiatu­ra in campo mettendomi sempre più in difficoltà». Capitan De Rose ha aumentato la dose, citando Floriano e Marong che al momento sono ai margini: «Chi non gioca è determinan­te per noi e fa la differenza. L'arma in più di questo Palermo è un gruppo solido, capace subito di rialzarsi da un incidente di percorso come il ko di Picerno. Tutti hanno fame di aiutarci e sono sempre pronti quando vengono chiamati in causa».

VERSO IL DERBY. Gli ostacoli però non sono finiti, anzi adesso ci sono quelli più impegnativ­i: domenica il derby al Massimino, una partita a sé stante in cui il Palermo non deve lasciarsi condiziona­re dalle difficoltà, societarie e non, del Catania. Dall'osservator­io nazionale ieri è arrivato anche l'ok per la trasferta dei tifosi, almeno quelli sottoscrit­tori dei programmi di fidelizzaz­ione della società.

ABBONDANZA PER FILIPPI.

La squadra ha ripreso la preparazio­ne e Filippi ha al momento solo problemi di abbondanza dato che torna a disposizio­ne Marconi che ha scontato la squalifica. Resta lui il favorito a comandare la difesa domenica anche se Accardi ha rotto il ghiaccio dopo tanti mesi di assenza con una prova in graduale crescita, incerta all'inizio e via via sempre più positiva. Ma questo Palermo non vince solo in 11.

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MOSCA Giacomo Filippi, 46 anni, allenatore del Palermo

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