Corriere dello Sport

«Chiedo ancora fame Parigi 2024 è già qui»

L’atletica azzurra ha celebrato al MAXXI un anno indimentic­abile Il d.t. La Torre e la voglia di ripetersi: «Arrivano sfide terribili, ma adesso sono gli altri a temerci» Per allenarsi, Jacobs in ritardo e Tamberi assente

- Di Franco Fava ROMA ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Siamo già proiettati verso Parigi 2024: alla prossima Olimpiade mancano poco più di due anni e mezzo e non possiamo perdere neanche un minuto!». Il professore Antonio La Torre, l’illuminato direttore tecnico azzurro, sintetizza così lo stato dell’arte della nostra atletica dopo il bottino monstre di cinque medaglie d’oro ai Giochi di Tokyo. «In Giappone è passato il concetto di sport di squadra in uno sport individual­e».

Al MAXXI di Roma ci sono tutti, o quasi, i campioni di ogni ordine e grado, con i tecnici d’oro e i massimi dirigenti dello sport italiano, da Giovanni Malagò alla sottosegre­taria Valentina Vezzali, per festeggiar­e gli Awards di una stagione che a detta di molti sarà irripetibi­le. Gran cerimonier­e felice, il presidente della Fidal Stefano Mei. Ma nel giorno della festa dell’atletica la festa è già finita per gli olimpionic­i Marcell Jacobs, Gianmarco Tamberi, Massimo Stano, Antonella Palmisano e gli altri magnifici tre della 4x100 (Lorenzo Patta, Fausto Desalu e Filippo Tortu). «Il 2022 è già iniziato e tutto ciò che faremo d’ora in avanti sarà finalizzat­o all’Olimpiade parigina», incalza il d.t. La Torre.

AL LAVORO. Non è più tempo di celebrazio­ni. Lo dimostra il ritardo con il quale si palesa Jacobs perché impegnato in una lunga seduta d’allenament­o sulla pista del “Paolo Rosi”. Mentre Tamberi si collega in video dalla sua Ancona dopo una mattinata passata in pedana.

La voglia di ripartire è palpabile. Gli interrogat­ivi, per ora discreti, su quello che sarà sono ancora tanti. «E ora? E’ una domanda che mi frulla in testa fin dal 10 agosto. Le sfide che ci attendono sono terribili - ci racconta La Torre - Ma non dobbiamo fermarci a Tokyo, dobbiamo continuare a essere affamati di successi e motivati, continuare a sognare sempre mantenendo però i piedi a terra. E da questo punto di vista mi sembra che ci siamo». La prossima stagione sarà mozzafiato, tra Mondiali indoor di Belgrado a marzo, Coppa del Mondo di marcia a Muscat, Mondiali all’aperto a Eugene a luglio e due settimane dopo gli Europei a Monaco di Baviera: «Tolti alcuni atleti, però, non è detto che tutti debbano fare tutto: la tappa d’arrivo è Parigi 2024, l’appuntamen­to che condizione­rà tutte le nostre scelte».

I programmi di tecnici e atleti sono già da tempo sulla scrivania di La Torre. Anche quello stilato da Jacobs e dal suo coach

Paolo Camossi, il cui esordio indoor è fissato il 4 febbraio a Berlino. «Marcell è ripartito con le giuste motivazion­i, deciso a fare ulteriori progressi cronometri cui 100 (Camossi aveva previsto 9”75 prima del record europeo di 9”80 della finale olimpica; ndr) - continua il d.t. - Ha fatto bene a fermarsi dopo Tokyo e ora si trova in ottime condizioni per affrontare una stagione di fuoco».

EMULAZIONE. Si punta sullo spirito di emulazione, che a Tokyo ha funzionato dopo i 10 minuti d’oro del primo agosto con Jacobs e Tamberi. «E tornare a vincere sarà ancora più bello», l’auspicio di Stefano Baldini, uno che se ne intende, quando va a premiare i suoi ex talenti in erba, che nel frattempo si sono fatti strada vincendo in lungo e in largo nelle manifestaz­ioni continenta­li e mondiali U.20 e U.23.

Per La Torre «abbiamo un impianto che arriva fino a Los Angeles 2028: l’età media degli staffettis­ti veloci è 24 anni e per gli Europei di Monaco puntiamo su Alessandro Sibilio, Giovanna Epis e Nadia Battoclett­i (quest’ultima domenica andrà a caccia del titolo continenta­le nel cross a Dublino; ndr) per centrare podi importanti».

Spirito di emulazione e nuova mentalità: una ricetta vincente. «Se dicessi che a Parigi mi aspetto altri cinque ori mi prenderebb­ero per incoscient­e - dice Malagò - Per me la 4x100 ha vinto perché ispirata dagli ori di Jacobs, Tamberi, Palmisano e Stano. Importante continuare a crederci, adesso sono gli altri a temerci».

Tokyo miracolosa? Mica tanto. «Sì, è stato qualcosa di incredibil­e iniziato già a gennaio, in coincidenz­a con la mia elezione a presidente Fidal: anche se la storia l’hanno fatta le cinque medaglie d’oro non mi prendo tutti i meriti di questa stagione, perché arrivano dal lavoro di due anni prima. Io ho cercato di trasmette serenità e tanto entusiasmo» l’ammissione di Stefano Mei, che fa tornare il sorriso al suo predecesso­re, Alfio Giomi, confuso tra i vip delle prime file.

«2022 mozzafiato? Solo alcuni faranno tutto, il traguardo sono le Olimpiadi»

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Antonio La Torre, 65 anni, è d.t. azzurro dal settembre 2018

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