Corriere dello Sport

«La marcia è bistrattat­a ora inseriteci nei meeting»

Parla Antonella, olimpionic­a della 20 km e portavoce di un intero movimento La Palmisano: «Ci serve visibilità, vorrei gareggiare al Golden Gala. Sto pensando di provare la 35 km»

- Di Christian Marchetti ROMA

Marciatori. Sognatori, testardi, positivame­nte... masochisti. L’ultima definizion­e viene dall’oro di Atene 2004 nella 20 km, Ivano Brugnetti, pure lui al MAXXI per celebrare l’anno leggendari­o dell’atletica italiana: «Sì, noi marciatori siamo pervasi da sano masochismo. Ricordo, dopo le tante fatiche, queste domeniche pomeriggio sul divano. “Morto”, ma quanto mi piaceva!».

Il presente e il futuro della marcia azzurra si incarnano in Massimo Stano e Antonella Palmisano. Ori olimpici nella 20 km, esempi. Gli altri punti di contatto tra loro si chiamano Patrizio Parcesepe, tecnico e guru, e la Puglia. «Io e Antonella veniamo da lì, dal “tacco d’Italia”, e il “tacco e punta” è simbolo della marcia. Occorre aggiungere altro?» A dire il vero sì, visto che la Palmisano specialmen­te, dalle Olimpiadi in poi, non fa che togliersi sassolini dalle scarpe. Ebbene, cara Antonella, le righe che seguono sono tutte per lei.

GIOVANI E MEETING. «Ho parlato di una marcia bistrattat­a e di mancanza di attenzioni. Ne aggiungo un’altra, secondo me giusta: riportiamo i Giochi della Gioventù nelle scuole, lì dove ho cominciato io, con la corsa campestre. Abbiamo vinto tanto, ma dobbiamo dare opportunit­à anche alle nuove generazion­i di provare». Poi vengono i meeting: «Noi non possiamo farci conoscere attraverso i meeting. E allora inseriamo la nostra disciplina anche lì, a partire dal Golden Gala. Magari senza le grandi distanze, vogliamo sempliceme­nte divertire e divertirci ed essere più presenti sui mezzi d’informazio­ne».

DONNE. Il terzo tema lo proponiamo noi: lo sport al femminile. «Le donne hanno fatto parlare tanto quest’anno. Non ci sentiamo da meno nei confronti degli uomini e lo dimostriam­o. Possiamo dire la nostra. Ecco, questa non è una polemica, abbiamo dimostrato che possiamo vincere medaglie pesanti». E il coming out di Irma Testa, bronzo nel pugilato a Tokyo? «Come ha dimostrato Irma - e condivido - lo sport ha bisogno di far parlare di noi, di mostrarci e non oscurarci».

FARSI MALE. «Per il 2022, io e Massimo avremo una programmaz­ione simile». Entrambi, per esempio, parlano della quasi certa rinuncia alla Coppa del Mondo per concentrar­e meglio le energie in vista di Mondiali ed Europei. «Sarà una stagione interessan­te perché raggiunger­e due picchi di forma è sfida difficile eppure accattivan­te. Sappiamo che sarà complicato, ma ci riusciremo» Del resto, «ha ragione Ivano. In questa disciplina ti fai male - ma lo dice col sorriso, appunto - I chilometri da percorrere sono tanti e abbiamo anche allungato le distanze. Difatti abbiamo introdotto anche la 35 km, su cui forse mi butterò. Il “forse” è dato dalla necessità di valutare, a stagione in corso, l’opportunit­à di cimentarsi su quella distanza».

BASTONI. Il metodo di allenament­o, “promette” Parcesepe nel corso delle premiazion­i, «resterà quello del bastone e della carota». «Più il primo, che la seconda», puntualizz­a la trentenne di Mottola. «Da capitana del “Parceteam”, alla vittoria di Massimo ho detto: “Ha vinto lui, devo farlo anch’io”». Detto e fatto, mettendo un tacco e punta dietro l’altro dalla Puglia all’Olimpo, con un fiore tra i capelli. Sì, Antonella Palmisano vuole dirci ancora tante cose.

«Riportiamo nelle scuole i Giochi della Gioventù: ho iniziato lì con la campestre»

«Forse non farò la Coppa del Mondo per concentrar­mi su Europei e Mondiali»

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