I volumi mancanti all’auto un danno per l’ambiente
L’economia nel nostro Paese sta crescendo oltre le aspettative. Il PIL si attesta oltre il 6%. I consumi riprendono, malgrado le incertezze generate dalla pandemia che richiede dei comportamenti responsabili, disattesi da una minoranza, mentre i comportamenti della stragrande maggioranza dei nostri concittadini è responsabile e un riferimento da seguire in Europa. In questo quadro positivo, il mercato dell’auto è una nota stonata che il Governo non sembra interessato ad “accordare”. In effetti, le iniziative dell’Esecutivo, con degli incentivi limitati nella quantità ed elargiti a singhiozzo ha provocato dei danni inducendo la comunità dei consumatori a un comportamento rinunciatario, in attesa che l’orizzonte si chiarisca. Per il momento, tuttavia, non sono in programma iniziative che consentano un recupero dei volumi di vendita standard. Il mercato dell’auto in novembre è stato di poco superiore alla 100.000 unità. Una cifra ridicola. Un novembre medio dovrebbe essere intorno alle 150.000 unità. Questi volumi mancanti, ormai da parecchi mesi, sono una cattivissima notizia anche per l’ambiente. Alla fine dell’anno mancheranno, infatti, circa mezzo milione di automobili nuove dal consuntivo finale. Ogni vettura nuova messa in circolazione emette anidride carbonica in misura nettamente inferiore. Ormai, si vendono ogni mese oltre la metà del totale di vetture elettrificate e comunque la restante parte, sono automobili moderne Euro 6. E anche queste inquinano assai meno delle auto vecchie. Inoltre, se la scadenza del 2035 sarà veramente attuata, fra 14 anni il mondo dell’auto sarà rivoluzionato e si venderanno soltanto vetture elettriche. I dubbi sulla realizzazione di questo obiettivo molto ambizioso ci sono anche fra le aziende produttrici, ma stentano a essere espressi pubblicamente. In ogni caso, il percorso verso auto pulite è segnato, anno più anno meno, e allora non si può fare a meno di elaborare da subito un piano economicamente fattibile per consentire la transizione. Sorprende che un Governo di questa statura trascuri totalmente il mondo dell’auto, non soltanto per il rinnovo del Parco, ma anche per il tema più complesso della riconversione industriale che consenta il passaggio indolore da un punto di vista economico/ sociale all’auto elettrica.
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