Corriere dello Sport

Max avvisa la Juve «Troppi errori»

Il tecnico bianconero guarda oltre il primato del girone «Felici per il primo posto ma dobbiamo crescere A Venezia servirà una prestazion­e molto diversa»

- di Nicola Balice TORINO

Quella di Juve-Malmoe è diventata una notte da ricordare solo quando la partita era finita. A San Pietroburg­o intanto si giocava ancora, la rete di Ozdoev che ha fissato il 3-3 di Zenit-Chelsea è stata quella che ha cambiato tutto. Nel girone sicurament­e, perché la Juve si è ripresa il primo posto quando ormai non ci sperava più. E chissà che allora non possa cambiare l'inerzia di tutta la stagione dei bianconeri. Anche se Allegri non bada al destino, guardando avanti ma solo di qualche giorno: «Questi non sono segnali. Siamo arrivati primi e adesso vediamo chi uscirà dal sorteggio. La mia unica preoccupaz­ione è la partita di Venezia e visto il nostro rendimento è la partita più a rischio, a livello mentale dobbiamo prepararla al meglio». Pochi voli pindarici quindi, il tecnico bianconero anzi non è contento della scarsa concretezz­a in zona gol e di un secondo tempo a ritmo compassato: «Bella serata per il risultato, la partita è stata buona però abbiamo sbagliato troppi gol e qui dobbiamo migliorare, dobbiamo essere più cattivi e cinici davanti al portiere, in area. Volevamo fare una prestazion­e aggressiva, sull'1-0 poi le partite sono sempre in bilico. Siamo contenti del passaggio del turno, ma sono preoccupat­o per Venezia perché la ripresa non mi è piaciuta». Nessun timore invece sul fronte Paulo Dybala, sostituito all'intervallo: «Non si sentiva tanto bene, ho preferito toglierlo. Non ha niente, assolutame­nte».

BONUCCI CI CREDE. Si pone un obiettivo concreto invece al termine Leonardo Bonucci, che proprio ieri ha staccato una leggenda come Giampiero Boniperti all'ottavo posto della classifica al time di presenze in bianconero (460 a 459). Secondo Bonucci la Juve deve arrivare almeno ai quarti di finale pur sapendo che ci sono squadre superiori: «Sarebbe da ipocriti dire che Bayern, Chelsea, Real, Liverpool non abbiano qualcosa più di noi. Lo dicono i numeri. C'è solo da mettere in campo la forma fisica e mentale migliore per andare avanti. L'obiettivo minimo dev'essere entrare nelle prime otto. Quello dev'essere il nostro focus e qualsiasi squadra dovesse essere sorteggiat­a, ci sarà da arrivare agli ottavi nella migliore condizione. Dobbiamo arrivare almeno ai quarti».

KEAN SOGNA. Fiducioso al termine anche Moise Kean, alla fine il gol che vale il primo posto è proprio suo. L'attaccante è sicuro, la Juve non deve temere nessuno: «Il primo posto è una grandissim­a soddisfazi­one, una motivazion­e per lavorare di più. La Juve non teme nessuno, siamo una grande squadra e ci faremo trovare pronti con chiunque troveremo. PSG? Sì, lì ho qualche amico, ma ora sono qui, sto bene e penso solo a lavorare».

ARRIVABENE ATTACCA. Prima della partita è stato anche tempo per passare al contrattac­co a proposito del caso plusvalenz­e. Ci pensa l'amministra­tore delegato Maurizio Arrivabene a rispondere, definendo processo mediatico quello che sta accompagna­to l'inchiesta della Procura di Torino: «Io sono stato sentito come persona informata sui fatti, ciò che ho detto è coperto dal segreto istruttori­o. Siamo una società quotata, quindi siamo soggetti a controlli molto rigidi. Collaboria­mo con tutti, con le autorità, ciò che dovevamo dire, l'abbiamo detto con un comunicato stampa e anche in occasione dell'aumento di capitale. Ho grande rispetto per il lavoro di chiunque, però, come Juventus pretendo anche rispetto. Personalme­nte e come amministra­tore delegato, i processi mediatici non piacciono per niente. Rispetto l'opinione di tutti, ma le rispetto ancora di più quando sono basate su dei fatti».

L’ad Arrivabene: «Basta ai processi mediatici, il club pretende rispetto»

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GETTY Adrien Rabiot (26 anni) prova ad eludere il pressing di Birmancevi­c

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