L’ultimo giro di Ayrton in tv
Forse la storia è finita lì o magari si è semplicemente chiuso un capitolo. Già, perché il mito continua a vivere e Matteo Marani lo ha voluto raccontare nelle sue “Storie”. C’è un percorso di vita durato 34 anni, iniziato in Brasile fino ad arrivare a quel maledetto 1 maggio, quando al Tamburello il destino portò via il più grande di tutti. È stato quello “L’ultimo Giro di Ayrton” in onda su Sky da sabato prossimo e in streaming su Now. Uno speciale che ripercorre le gesta di Senna, dentro e fuori la pista, descritto da chi lo ha conosciuto e voleva subito scommettere su di lui: «Sono stato il primo a offrirgli dei soldi per correre in Formula 2 - ricorda Giancarlo Minardi, spostando poi l’attenzione sul duello con Prost - Alain era
un calcolatore, Ayrton invece uno che andava sempre all’attacco».
A rendere l’idea di quanto fosse grande Magic nel preparare un GP sono le parole di Angelo Orsi, storico fotografo: «Era maniacale e instancabile, camminava chilometri per studiare le curve del tracciato, come se fosse in macchina».
«Senna era una star – svela Flavio
Briatore – rappresentava tutto, contagiando la gente».
ULTIMO GIRO. Primo maggio del 1994, a Imola il brasiliano era al volante della sua Williams, da lui giudicata inguidabile. Lo speciale svela il settimo giro: Magic che toglie il piede dal gas, scala due marce per provare a raddrizzare la monoposto in modo da aumentare l’angolo di impatto col muretto. Purtroppo però non c’è nulla da fare, perché la sospensione si spezza e, come se fosse una lama, gli finisce dritta nel casco. Una questione di centimetri, cinque per l’esattezza, fatali per portarlo via a soli 34 anni. Ci piace però aggrapparci alle parole di uno storico giornalista brasiliano: «La morte ha raggiunto Ayrton, ma nemmeno lei l’ha superato».