È Binotto la certezza della Ferrari
La Ferrari cambia pelle, ma non in F1 dove sarà ancora Mattia Binotto a guidare la squadra per il Mondiale. Una mezza rivoluzione, se non di più: è terminato in sostanza ieri l'effetto dell'onda lunga di Sergio Marchionne in Ferrari, con l'annuncio del varo di una nuova struttura organizzativa che rafforza i poteri dell’amministratore delegato Benedetto Vigna, con l’inserimento di figure esterne in arrivo dal mondo dell’informatica e dell’industria digitale. Fine della “struttura orizzontale” tanto cara al top manager italo canadese, deceduto nel luglio di quattro anni fa, che segnò una rivoluzione in Fiat ed a Maranello. Al suo posto, ecco una riorganizzazione che - si spiega in una nota - vuole essere “coerente con i propri obiettivi strategici” e stimolare “ulteriormente l'innovazione” ottimizzando i processi e aumentando “la collaborazione, interna e con i partner, ampliando il leadership team attraverso la promozione dei talenti interni e l'inserimento strategico di alcune competenze”.
Si ritorna ad una struttura piramidale che fa capo a Vigna e che coinvolge il mondo industriale e del marketing del Cavallino ma che comprende anche il reparto corse dove, nella gestione sportiva, c'è stata la conferma di Mattia Binotto quale team principal della Scuderia di F1. Un attestato di fiducia atteso: dopo aver centrato il terzo posto nel Mondiale Costruttori la scorsa stagione, l'obiettivo dichiarato di Binotto e del team ora è quello di fare un altro passo avanti nel nuovo anno, per poi andare all'attacco del Mondale nel 2023, dunque un passo alla volta come lo stesso ingegnere reggiano, ma nato a Losanna 52 anni fa, ha dichiarato di recente. Per il Mondiale che prenderà il via il prossimo 20 marzo in Bahrein, l'obiettivo è tornare alla vittoria in un GP, smarcarsi dal competitor McLaren, avvicinare Red Bull e Mercedes, apparse irraggiungibili nel 2021. La conferma di Binotto, come detto, fa parte della nuova struttura organizzativa, “coerente con gli obiettivi strategici della Ferrari, che sono quelli di valorizzare l’esclusività del marchio, arricchire l’eccellenza del prodotto e rimanere fedeli al proprio dna sportivo". Nel contesto di un capitolo nuovo, sono state riscoperte le funzioni chiave per la creazione delle vetture Ferrari: fra queste emerge il ruolo di Gianmaria Fulgenzi, che arriva proprio dalla Gestione Sportiva, nominato chief product development officer, e di Ernesto Lasalandra, nominato chief research e development officer, che arriva da STMicroelectronics, giusto per capire in quale direzione, legata allo sviluppo tecnologico ed elettronico, si sta rivolgendo la Casa di Maranello.
La nuova struttura organizzativa non tocca il team principal della Rossa