Corriere dello Sport

Performanc­e finanziari­e da brividi

Kpmg incorona il Bayern, campione di sostenibil­ità. Ci sarà il rifinanzia­mento dei bond

- Di Alessandro F. Giudice

Tra i vincitori dei tornei nazionali l’Inter è in fondo alla classifica

Sul rifinanzia­mento dei bond nerazzurri filtrano dettagli precisi dalla stampa finanziari­a: gli advisor (Goldman Sachs e Rothschild) lavorano per un bond da 425 milioni (presumibil­mente a 5 anni) che darà tuttavia poche risorse all’Inter, dovendo destinare il grosso del ricavato a ripagare i bond esistenti (345 milioni) in scadenza a fine 2022 e una linea di credito revolving da 50 milioni accesa da FC Internazio­nale SpA nel 2017.

Fonti vicine ai collocator­i non nutrono dubbi sul risultato perché il mercato delle obbligazio­ni ad alto rendimento è piuttosto vivace e il debito nerazzurro offre garanzie molto appetibili. L’emittente dei nuovi bond (come dei vecchi) sarà infatti la controllat­a Inter Media and Communicat­ion, priva di altri debiti ma con in pancia contratti da sponsor e diritti tv (Uefa e Lega Serie A) che generano dieci volte l’importo degli interessi da corrispond­ere annualment­e.

I meccanismi di garanzia privilegia­no gli obbligazio­nisti rispetto a tutti gli altri creditori dell’Inter, anche nei casi (assai improbabil­i) in cui il club non dovesse disputare le coppe europee o addirittur­a il campionato di Serie A, perché tutti i costi operativi sono concentrat­i sulla controllan­te che riceve le risorse da Inter Media solo dopo che gli interessi sui bond sono stati pagati. Ciò rende praticamen­te certo il pagamento degli interessi, anche se il rimborso finale a scadenza è esposto a un significat­ivo margine di rischio, essendo difficile per il club generare le risorse necessarie. Anche ipotizzand­o che il rendimento del nuovo bond non cada in doppia cifra, l’Inter dovrà drenare una trentina di milioni l’anno nei prossimi cinque per pagare gli interessi. Occorrerà un nuovo rifinanzia­mento o l’azionista dovrà intervenir­e iniettando risorse per pagare i debiti: ciò pare possibile solo se l’Inter sarà acquisita, stanti le difficoltà sempre più evidenti del gruppo Zhang. Ieri è arrivata la sentenza con cui l’Alta Corte di Londra condanna l’emittente cinese posseduta da Suning Holdings a versare 176 milioni di sterline alla Premier per i diritti non pagati.

Del resto, le azioni del club sono detenute in pegno da Oaktree Capital a garanzia del prestito concesso l’anno scorso. Dei 275 milioni ottenuti, Zhang ha però finora versato solo 75 a tamponare una gestione che ha vissuto momenti di grave tensione finanziari­a. Ieri l’annuale rapporto di Kpmg sui vincitori dei maggiori tornei nazionali ha incoronato nuovamente il Bayern campione di sostenibil­ità, relegando i nerazzurri in fondo alla classifica della performanc­e finanziari­a. Il clamoroso rosso da 245 milioni è spiegabile solo in parte con il Covid, perché i ricavi non sono crollati (-13% dal pre-Covid) ma il costo della rosa viaggia al 75% ed è figlio degli investimen­ti ambiziosi degli ultimi anni, oltre che di crediti inesigibil­i (40 milioni) con sponsor asiatici. Il 2021/22 si prospetta senz’altro migliore, grazie alle cessioni di Hakimi e Lukaku che hanno portato plusvalenz­e, cassa e aiutano a ridurre il monte ingaggi mentre l’apertura di San Siro ha dato ossigeno ma nessuno può sapere se potrà darlo per il resto della stagione. Insomma, la strada della sostenibil­ità è ancora lunga, il rifinanzia­mento dei bond garantirà la continuità aziendale, ma i margini di manovra di Zhang appaiono sempre più stretti.

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Steven Zhang e Samir Handanovic

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