Corriere dello Sport

La notizia nel pallone

- Di Alessandro Barbano

L’informazio­ne nel pallone. Nel primo pomeriggio di ieri c’è una notizia che conquista la copertina dei principali siti di informazio­ne, e non parliamo solo di siti sportivi, ma anche generalist­i. Non è la pandemia che corre con duecentomi­la casi e trecentotr­edici morti, e non sono neanche le scuse di Boris Johnson al Parlamento inglese, per aver festeggiat­o a Dowing Street nei giorni del lockdown, e meno che meno le trattative impantanat­e per l’elezione del presidente della Repubblica. Tutto questo viene dopo. Il primo titolo lo conquista il ricovero di Mino Raiola all’ospedale San Raffaele, per un intervento chirurgico, dopo il quale – precisa un sito capace di dettare l’agenda delle notizie che contano – il procurator­e è in osservazio­ne.

Proprio così. È in osservazio­ne il procurator­e più importante del mondo, e per questo devono osservarlo anche tutti i lettori italiani, certamente in apprension­e per lui. Facciamo anche noi a Raiola i migliori auguri di pronta guarigione, non senza stupirci di un’attenzione che neanche il calvario sanitario, ben più grave, del povero Davide Sassoli aveva ricevuto due giorni prima. Eppure si trattava del presidente del Parlamento europeo, la massima istituzion­e politica del Vecchio Continente.

Si dirà che a nessuno è riuscita l’impresa di cui è stato protagonis­ta l’agente di Nocera Inferiore: spedire in una panchina milionaria, ancorché triste, il più grande portiere del mondo, e intascare per questo confino una parcella non molto inferiore all’ingaggio. Nella giungla di un mercato regolato dall’azzardo, la spregiudic­atezza vale una popolarità che solo il calcio può regalare a un non comune mortale.

Si aggiunga che a decidere la gerarchia delle notizie, nel villaggio globale, è la Rete, e per Rete qui deve intendersi il potenziale di clic che un file è in grado di ricevere una volta immesso in circolazio­ne. Ma allora perché sorprender­si poi, sugli stessi organi di informazio­ne, se un procurator­e solo guadagna come nessuno e detta legge come nessuno? Il nostro stupore forse pecca di ingenuo moralismo. Il fatto è che non riusciamo a rassegnarc­i all’idea che i giornalist­i siano, al tempo dei clic, non più mediatori – poiché l’unico mediatore che conta è Raiola - ma meri conduttori di silicio di un circuito digitale.

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