Per l’attacco è un’annata magra. Ma Elmas raddoppia GOL: IL CONFRONTO CON IL 2020-21
INVIATO A CASTEL VOLTURNO - Vai a capire dove siano finiti i gol. Ce n’erano tanti, anche a inizio stagione, mai meno di due, poi, ad un certo punto, e la colpa non è di Osimhen, poverino, il Napoli ha cominciato a cercar se stesso ed ha finito per non ritrovarsi più. Le statistiche non hanno un’anima ma raccontano un momento: e basta leggerci dentro, con attenzione, per accorgersi che in questo mese - perché tutto è cominciato seriamente con l’Empoli - i bomber sono rimasti inesplosi, lasciando dentro di sé mica solo la malinconia ma pure lo stupore. Senza indietreggiare troppo nel tempo, e prima di arrivare all’anno scorso, il Napoli ha saputo dimostrare di essere squadra verticale, a trazione assai anteriore, al di là dei moduli e con i contenuti: diciotto gol nelle prime sette giornate, così per confermare la natura sfacciata di giovanotti senza macchia e senza paura.
Il primo calo, sensibile, s’avverte fino alla quattordicesima, quando il 4-0 alla Lazio aiuta a risistemare i conti in netta controtendenza con le abitudini precedenti: ma complessivamente sono quattordici gol. Il crollo, e qui il Covid e gli infortuni hanno avuto un ruolo e un peso determinante, è nelle ultime sette partite di questo tour per niente immaginifico: solo cinque reti, che in gergo sottolineano una “crisetta del gol”.
PARAGONI. Insigne s’è dileguato, ahilui: il suo digiuno su azione è il dato più allarmante (ultimo squillo in campionato, a maggio scorso, con l’Udinese), i rigori un po’ lo hanno rincuorato (perché ne ha segnati quattro) ed un po’ lo hanno “depresso” (perché ne ha sbagliati tre). Ma le difficoltà sono servite per inquietarlo, evidenziando (in azzurro) le differenze tra la passata stagione, chiusa con diciannove gol, e quella attuale, che non ha proiezioni entusiasmanti, anche se con gli scugnizzi conviene andarci cauti.
Il Napoli ha perduto le ali, (quasi) tutta colpa del virus o degli accidenti che sono capitati in serie: il Lozano di dodici mesi fa (ne segnò quindici, prima di andarsene in vacanza) è ancora congelato alle sue tre prodezze, che non l’hanno scaldato; e Politano, dodici nel corso dei nove mesi ormai alle spalle, non è riuscito a staccarsi dai due gol attuali, che fanno rabbrividire anche lui. La fortuna, per così dire, si chiama Elmas, che ha una produzione personale straordinaria, si è già raddoppiato, come un’azienda che ha rotto il mercato. Un incremento pazzesco, dentro un andamento lento, anche un po’ contorto della compagnia del gol. Ma mancano ancora quattro mesi, diciassette partite (di campionato) e il talento non manca, quello continua ad abbondare.
Da Lozano a Politano tutti poco incisivi Calo più vistoso nell’ultimo mese