Dal Covid al processo un mese di confusione
Il molecolare positivo a dicembre lo sbarco in Australia, lo stop il tribunale. Ma non è ancora finita
L'intrigo dell'esenzione concessa a Novak Djokovic per giocare l'Australian Open da non vaccinato senza mettersi in quarantena inizia il 14 dicembre 2021. Il numero 1 del mondo quella sera assiste a Belgrado alla sfida di Eurolega di basket tra la Stella Rossa e il Barcellona. Due giorni dopo si sottopone a un tampone molecolare,
16 DICEMBRE. Il verdetto arriva la sera del 16 dicembre. L'Istituto nazionale di salute pubblica gli conferma che è positivo. Secondo esperti informatici contattati dal settimanale tedesco Der Spiegel, però, ci sarebbero dubbi sulla data e l'autenticità del referto.
17 DICEMBRE. Nole effettua un tampone rapido, dall'esito negativo, dichiara su Instagram. Partecipa a una premiazione di giovani talenti nazionali al Novak Tennis Centre. Solo dopo, racconta, scopre di essere risultato positivo. Dovrebbe mettersi in quarantena per 14 giorni.
18 DICEMBRE. Djokovic però partecipa a un'intervista e a un relativo servizio fotografico a Belgrado per il quotidiano francese L'Equipe. Tiene sempre la mascherina, la toglie solo per le foto. «E' stato un errore di giudizio, avrei dovuto rimandare», ha ammesso.
22 DICEMBRE. Djokovic, come risulta dai documenti presentati nel suo affidavit in tribunale, si sottopone a un tampone molecolare. Il verdetto arriva alle 16.15: è negativo.
25 DICEMBRE. Djokovic è ripreso in strada a Belgrado. Sui social compare anche una sua foto con il giocatore di pallamano Petar Djordjic.
31 DICEMBRE. Diversi testimoni lo vedono allenarsi a Marbella. Il ministro degli esteri spagnolo, però, dice che non ha notizie sulla presenza in Spagna del numero 1 del mondo. Nella sua dichiarazione di viaggio prima della partenza per l'Australia, Djokovic
nega di essersi spostato nei 14 giorni precedenti. E' un errore "umano" nel modulo compilato dal suo staff per suo conto, spiega su Instagram. Il modulo è al vaglio del ministro dell'immigrazione insieme al suo comportamento in Serbia a dicembre. Le false dichiarazioni possono comportare la revoca del visto.
E all’ingresso gli chiedono: «Motivo della sua visita in Australia?...»
4 GENNAIO. Con una foto in aeroporto, Novak Djokovic comunica ai fan di aver ottenuto l'esenzione medica e dunque che andrà in Australia.
5 GENNAIO. Alle 23.30 arriva all'aeroporto Tullamarine di Melbourne. Da mezzanotte e venti viene interrogato da un ufficiale della polizia di frontiera che, tra le altre
cose, gli chiede: «Motivo della sua visita in Australia?».
6 GENNAIO. Alle 7,42 del mattino, gli viene comunicata la revoca del visto. Djokovic viene trasferito al Park Hotel. E' la vigilia del Natale Ortodosso. "Mio figlio è stato crocifisso come Gesù" dice suo padre Srdjan.
7 GENNAIO. Fermata anche la doppista ceca Renata Voracova, che ha già giocato e perso un match a Melbourbe. Non farà ricorso e lascerà l'Australia, ma è pronta ad adire le vie legali se la federazione non le riconoscerà un risarcimento per le spese di viaggio e i mancati montepremi.
10 GENNAIO. Il giudice Kelly della Federal and Family Court accoglie il ricorso di Djokovic per un vizio di procedura. L'ufficiale della polizia di frontiera aveva infatti accordato al serbo la possibilità di riprendere il colloquio alle 8.30, ma ha deciso di revocargli il visto trequarti d'ora prima.