Corriere dello Sport

Sei Nazioni da decifrare, oggi se ne discute

- Di Christian Marchetti ROMA

Dall'edizione 2020 diluita tra febbraio e ottobre, a quella 2021 con gli stadi vuoti, per arrivare infine a un Sei Nazioni 2022 in cui l'unica certezza sembra essere la forma del pallone. Oltre ai mancati introiti delle federazion­i. Quali altri stravolgim­enti porterà il Covid al più antico torneo del mondo al via il 5 febbraio? Ne discuteran­no oggi le sei contendent­i, sebbene decisioni definitive saranno presumibil­mente annunciate nella seconda metà del mese, dopo che i rispettivi governi forse avranno modificato regole e restrizion­i (certo non solo per il rugby). Nei giorni scorsi, intanto, se ne sono lette di tutti i colori, arrivando persino a paventare una "maxi-bolla" in unica sede come avvenuto per lo scorso torneo Under 20. Ipotesi, va detto, che diventereb­be la più probabile soltanto nel caso in cui tutti e sei i Paesi fossero costretti a chiudere gli impianti come un anno fa. Ma da un anno a questa parte le cose sono cambiate anche grazie ai vaccini.

LA SITUAZIONE. Partiamo da Roma: per le gare interne dell'Italia contro Inghilterr­a (13 febbraio) e Scozia (12 marzo), la Federugby sta lavorando nell'ottica di una capienza ridotta del 50% all'Olimpico. Fino a fine mese, il tetto di spettatori ammessi in Irlanda e Francia sarà di 5000 persone. Da lunedì, scadrà invece il limite delle 500 presenze in Scozia, ma per entrare a Murrayfiel­d occorrerà almeno il richiamo vaccinale. Somiglierà dunque all'"isola felice" Inghilterr­a, dove però non esistono limiti ed è sufficient­e un tampone negativo. Proprio ai "vicini di casa" guarda allora il Galles campione in carica, che consente l'ingresso a 50 tifosi, in pratica porte chiuse. La federazion­e sta infatti pensando di spostare le gare interne contro Scozia, Francia e Italia (il 19 marzo) proprio in Inghilterr­a, ma certo non nel tempio londinese di Twickenham che impone un "affitto" da capogiro: circa 750.000 sterline (900.000 euro) a partita.

PUB IN RIVOLTA. Favorevoli diversi giocatori anche importanti, come la giovanissi­ma stella Louis Rees-Zammit; a dir poco contrari i pub, 100 dei quali, in passato, hanno addirittur­a bandito il primo ministro Mark Drakeford dai loro locali, in seguito all'emanazione di misure restrittiv­e. Come la famigerata "regola del 6", che vieta l'ingresso nei locali pubblici a gruppi composti da più di 6 persone. Solo il pub più vicino al "Principali­ty Stadium" di Cardiff, in caso di trasloco, stima perdite intorno alle 45.000 sterline. La federazion­e arriva invece a parlare di qualcosa come 20 milioni (24 milioni, in euro) per tutto il movimento.

Nel malaugurat­o caso si arrivasse alla sede unica, questa viene indicata proprio nella "libera" Inghilterr­a, reduce da una massiccia (ma in taluni casi farraginos­a) campagna vaccinale tra i giocatori profession­isti. A inizio stagione, in Premiershi­p, il massimo campionato, si puntava a vaccinare l'85% degli atleti; a fine 2021 è stato annunciato il raggiungim­ento del 96%.

CONVOCATI. Coraggio che c'è spazio anche per il rugby giocato: Sei Nazioni 2022 significhe­rà primo esame importante per il nuovo ct azzurro Kieran Crowley. Oggi alle 15, annuncerà i convocati per il Sei Nazioni,

che dovranno dimenticar­si l'opaco novembre di test match, con sconfitte prevedibil­i contro Nuova Zelanda e Argentina e vittoria risicata con l'Uruguay. Continuare il processo di crescita di un gruppo giovane e rincorrere quella vittoria che al Sei Nazioni manca dal 28 febbraio 2015. Tutto qui...

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GETTY Il ct Kieran Crowley, 60 anni
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