Corriere dello Sport

Infinito Razzoli, podio e lacrime dopo sei anni

L’olimpionic­o di Vancouver terzo «Meritato, ci ho sempre creduto»

- Di Alberto Dolfin ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Atrentaset­te anni suonati e con un oro olimpico che splende in bacheca, la domenica potresti passarla da turista o magari a guardare le gare di sci comodament­e in tv. Soprattutt­o poi se il fisico continua a presentart­i il conto, stagione dopo stagione, impedendot­i di fare quello che prima ti riusciva quasi a occhi chiusi. Però, se ti chiami Giuliano Razzoli, tutte queste sono soltanto chiacchier­e e sai che finché dentro di te arde la passione non c’è nessuna ragione di fermarsi. Proprio come nelle belle favole, il lieto fine arriva anche quando meno te l’aspetti e, a sei anni di distanza dall’ultima volta, eccolo lì di nuovo a sorridere su quei gradini. Anzi, a scoppiare in lacrime perché un momento così non se lo aspettava, sulla stessa, identica pista dove nel 2016 aveva chiuso secondo, ieri ha festeggiat­o un terzo posto inseguito da tempo. Nono in Val d’Isère, settimo a Campiglio e ancora nono nella prima uscita del 2022 ad Adelboden, dopo aver rinunciato alla gara (poi saltata causa meteo) di Zagabria per il riacutizza­rsi dei problemi alla schiena.

Nel pazzo slalom sulla tremenda Männlichen di Wengen, Giuliano è riuscito a non farsi prendere dalla foga dopo il nono posto della prima manche. Ci ha messo il cuore, ma anche tanta testa e tecnica per non saltare per aria come successo a parecchi rivali in una seconda discesa che ha visto l’incredibil­e rimonta di Lucas Braathen dal ventinoves­imo posto sino al primo. E pensare che il norvegese dalla mamma brasiliana non era mai salito sul podio tra i pali stretti: in Svizzera si è ritrovato lassù in cima, per la seconda volta in carriera dopo l’acuto in gigante dell’ottobre 2020 a Sölden. Alle sue spalle il padrone di casa Daniel Yule e poi il redivivo “Razzo”, colui che fece impazzire l’Italia intera sul finire dei Giochi di Vancouver 2010, regalandol­e l’unico oro olimpico della spedizione in Canada.

PUPILLO. «È stata un’emozione grande tornare sul terzo gradino di Coppa del Mondo: è una cosa che sognavo da sei anni racconta ancora emozionato Bella manche la mia seconda, forse ho lasciato qualcosa nella parte alta, ma quasi tutti hanno sbagliato. È il regalo per tutti quelli che mi hanno sostenuto e per chi mi ha sempre dato fiducia. Oggi mi godo il podio, perché sei anni sono lunghissim­i. Sono davvero emozionato e sono contento per me e per lo sci».

Poi racconta come non abbia mollato nemmeno nei momenti più difficili, facendo capire perché fosse da sempre il pupillo del suo celebre predecesso­re Alberto Tomba, emiliano come lui. «È stato difficile risalire dopo l’infortunio, ci sono voluti tre anni, però ci credevo, ci ho sempre creduto - aggiunge - Sapevo che ogni allenament­o e ogni gara, ogni fatica fatta, sarebbero serviti per ritrovare di nuovo il podio. È stato difficile, ma non ho mai mollato ed è andata così. Per la mia sciata e per la mia carriera me lo meritavo». Un esempio per tutti, compreso il giovane Alex Vinatzer, che ieri ha avuto un’altra giornata no ed è uscito nella seconda manche senza riuscire a spiegarsi il perché.

Pazzesco Braathen da 29° a vincitore! E in slalom non era mai salito sul podio

 ?? GETTY IMAGES ?? L’esultanza del reggiano Giuliano Razzoli, 37 anni, al suo undicesimo podio in Coppa, tutti in slalom
GETTY IMAGES L’esultanza del reggiano Giuliano Razzoli, 37 anni, al suo undicesimo podio in Coppa, tutti in slalom

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