AVANTI NAPOL ALLA RINCORSA
Doppietta di Lozano, un palo e il ritorno di Osimhen: Spalletti stende il Bologna e pensa in grande
La partita che non poteva assolutamente pareggiare, il Napoli l’ha vinta (quasi) sorseggiando una tisana, lasciando la Juventus a cinque punti, strappando due punti all’Inter e all’Atalanta, tre al Milan e, alla fine, dando un’occhiata intorno, s’è accorto che poteva persino permettersi uno spumantino. La partita che avrebbe voluto evitare di perdere, il Bologna l’ha invece vissuta soltanto per un quarto d’ora, quando ormai gliene restava poco, e guardandosi dentro, in questa stagione attraversata nella terra di mezzo (o forse in quella di nessuno), ciò che resta è la consapevolezza che per accomodarsi faccia a faccia con le grandi, c’è ancora tanto da lavorare. La serata che Hirving Lozano, quarantadue milioni di euro che pesano (da tre anni) come piombo, mentre invece rappresentano una fortuna, forse neanche il suo biografo personale gliel’avrebbe scritta così: piena di sé, di guizzi, di scatti furenti, di intuizioni, d'una ferocia da attaccante vero e d’una doppietta che colma quel vuoto di 106 giorni dall’ultimo urlo di felicità.
NUOVI CODICI. In un’ora e mezza in cui la bellezza non diventa il fattore, il calcio riscrive i propri codici attraverso Piotr Zielinski, sceso da una Frecciarossa all’ora di pranzo, arrivato a tavola per abbracciare i compagni, catapultato in campo sei ore dopo, destinato a declamare un calcio poetico e a spiegare che non esistono più le antiche abitudini, il ritiro, la preparazione psicologica, lo stress e ciò che è stata letteratura: si parte al mattino, si va allo stadio, si svuota la sacca della propria genialità e ci si addormenta tra due guanciali che sanno di Champions e magari anche d'altro. Il Napoli che scaccia via l’emergenza - eppure ha ancora fuori Insigne, Kouli
Gli azzurri recuperano due punti sull’Inter e tre sul Milan con una facile prestazione al Dall’Ara. Rossoblù in crisi: Arnautovic dolorante e sostituito è adesso un caso
baly, Anguissa e Ospina - in novanta minuti fa ciò che sa, gioca (e stavolta senza catturare l’occhio), esibisce la padronanza del suo calcio con leggerezza e a tratti con sufficienza, s’adagia sull’inconsistenza del Bologna, lo soffoca subito (20') con la rasoiata di Lozano, lo controlla, ne dispone come vuole e poi - compiacendosi esageratamente di se stesso - procede con il pilota automatico. A Mihajlovic, che ha difficoltà sparse qua e là (niente Orsolini e Barrow, oltre agli altri) e un profilo tecnico limpidamente inferiore, sfugge subito il piano-A, controllo basso del nemico, e perché emerga il piano-B serve tempo, «liberarsi» della indolenza di Arnautovic (o della sofferenza di chi ha giocato con infiltrazione), affidarsi alla rivoluzione dei cambi, afferrare la spinta di Svanberg e una vivacità ch’emerge quando il Napoli s’è accomodato dinnanzi allo specchio. Però, tra le pieghe, non c’è partita, Spalletti lascia che - sino al 75' - il Napoli la controlli come sa, nella sua capacità di plasmarla attraverso il palleggio prolungato, che evita qualsiasi tentazione di pressing.
DA APPLAUSO. Per quel che serve, il Napoli se la gusta, mostra la propria natura, si fa trascinare da Lobotka e soprattutto da Zielinski, «sente» che Lozano è caldo (6': prodezza di Skorupski disperato), se la spassa scappando via, va a sbattere contro il palo (45'), non rischia, non soffre e poi decide d’esplodere splendidamente (2' st), uscendo in velocità sull’asse Mario Rui-Zielinski-Mertens-ZielinskiFabian, con una velocità ed una eleganza che Lozano esalta per il 2-0 arricchito da finta e poi appoggio (almeno quello) elementare. E’ un piccolissimo show, un attimo che rapisce e - forse - stordisce persino il Napoli, consapevole d’avere il destino della serata nel proprio talento, un po’ superficiale nella gestione finale, irrorata da Mihajlovic d’altro, di quanto basta per provare a tirarsi su con Svanberg, illuminato nell’arrivare a Dominguez (38': alto, davanti a Meret), poi avvilito sulla traversa (47') ancora di Svanberg. Due gocce non dissetano, soprattutto mentre il Napoli alza i calici.