Corriere dello Sport

Fiorentina 6 una forza

Odriozola, Bonaventur­a, doppio Biraghi, Vlahovic e Torreira in gol esaltano Italiano. Dusan sbaglia il suo primo rigore poi si scusa

- Di Francesca Bandinelli FIRENZE

Dopo i 5 gol al Maradona, in Coppa Italia, la Fiorentina si supera a riserva al malcapitat­o Genoa un tennistico 6-0. I viola ritrovano un successo che in campionato mancava dall’11 dicembre scorso, incoronano Biraghi “tiratore scelto” da calcio piazzato con due gol in fotocopia, brindano al secondo assist di fila del nuovo arrivato Ikoné e continuano ad alimentare quel sogno europeo a cui è aggrappata tutta la città. I punti in classifica sono sì 35 come Roma e Lazio, ma c’è ancora una partita in meno all’appello.

ILCORAGGIO­DIDUSAN. Fa benissimo il collettivo, un meccanismo ormai perfettame­nte rodato, ma gli occhi li cattura sempre Dusan Vlahovic. E’ vero, peccando di presunzion­e, si fa parare un rigore, con un cucchiaio che esalta il colpo di reni di Sirigu, ma poi si batte come un leone per cancellare l’onta incassata col primo errore dal dischetto su 13 penalty tirati in Serie A. Esce dal campo di corsa, a fine primo tempo, come a volersi scrollare subito di dosso le tossine figlie di quella scelta avventata, poi rientrando chiede scusa ai cinquemila presenti. Un calciatore, si sa, lo vedi dal coraggio ed il serbo di quello ne ha da vendere. Mosso (anche) da questo, fa di tutto pur di segnare. Il poker lo cala lui, con un tiro morbido su passaggio perfetto di Bonaventur­a: festeggia, ma soprattutt­o costruisce i presuppost­i del suo “perdono”, quello che chiede ancora una volta ai suoi tifosi, festeggian­do così, con le mani giunte ed il viso tirato. Il coro che, spontaneo, arriva dagli spalti, “Dusan, Dusan” chiude definitiva­mente il cerchio.

LO SPARTITO MIGLIORE. Il resto lo fa la Fiorentina intera, un’orchestra capace di suonare lo spartito migliore, seppur di fronte ad un avversario, il Genoa, in costante affanno, senza una idea tattica precisa, costretto a cambiare assetto a seconda degli affondi dei viola. Lo strapotere della Fiorentina sulla gara lo certifican­o i numeri: oltre il 73% di possesso palla e addirittur­a 12 i tiri in porta. Contro zero. E dire che i rossoblù, dopo poco più di 5 minuti di gioco, avevano provato a cogliere di sorpresa la squadra di casa con Portanova che, con Terraccian­o fuori posizione, sparava di poco sopra la traversa. Di fatto, questo è stato l’unico squillo dei liguri, surclassat­i ovunque sul campo, in particolar­e sulle corsie laterali.

LE CATENE. La catena di destra, quella con Odriozola e Gonzalez, arriva praticamen­te sempre sul fondo: Calafiori, appena arrivato dalla Roma e subito titolare alla prima convocazio­ne, dalla sua parte vede le streghe. Non è un caso che, dopo la mezz’ora, Konko, decide di abbassare Portanova sulla linea dei centrocamp­isti, senza tuttavia vedere alcun cenno di ripresa da parte della sua squadra. La Fiorentina, di contro, ne approfitta per esaltarsi e riscaldare la gelida serata del Franchi a suon di gol e divertimen­to. Biraghi fa la differenza e toglie le ragnatele ad entrambe le porte, Odriozola è perfetto a sbloccare la gara, così come non sbagliano niente Bonaventur­a, gol (il cinquantes­imo in A) e assist per Vlahovic, Saponara, che procura il rigore e rimedia il fallo per il 3-0 di Biraghi, e pure Torreira che prima ruba il pallone a Sturaro in occasione del 2-0, e poi chiude la gara di testa, con il 6-0 che fa calare il sipario sul match su assist di Ikoné.

NOTTE FONDA Konko, allenatore ad interim del Genoa resta completame­nte stordito: i liguri non vincono da 19 gare, record negativo raggiunto dal Pescara nel 2016/17, e restano ancorati al penultimo posto in classifica. La notte è davvero fonda: per la salvezza serve molto, ma molto di più.

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