Corriere dello Sport

L’Europa obiettivo legittimo

- Di Alberto Polverosi

Aguardare, diciamo pure ad ammirare, la Fiorentina di questi giorni (11 gol nelle ultime due partite) viene da farsi qualche domanda. La prima è di tipo tattico: ma le ali sono Odriozola e Biraghi oppure Gonzalez e Saponara? Non può esserci una risposta precisa, perché giocano tutt’e quattro ben oltre la linea di metà campo. Peraltro in questa partita segnano sia Odriozola (un tocco da opportunis­ta d’area di rigore) che Biraghi (una doppietta con due splendide punizioni). L’altra domanda è più generale: ma come ha fatto Italiano a trasformar­e in sei mesi una squadra sbandata in una squadra dominante? In questo caso si può parlare genericame­nte di bravura, più specificat­amente di idee, coraggio (difesa a due...), gusto del gioco, desiderio di dominio. Certo è che sei mesi per dare vita a una creatura di questo genere sono pochi davvero, se si pensa per esempio alle sofferenze di Sarri con la Lazio, di Allegri con la Juventus e di Mourinho con la Roma, tutti nuovi allenatori per le rispettive squadre ma con tanta più esperienza di Italiano.

Qualcuno dirà che il Genoa è robetta, per questo la Fiorentina lo ha annientato con tanta facilità. In effetti, il Genoa non è esistito, sembrava una squadra di fantasmi, però giovedì col Milan in Coppa Italia aveva dato un’altra impression­e. Se è stato tutto così semplice il merito è in buona parte dei viola che non hanno perso tempo, hanno schiacciat­o gli avversari e li hanno inceneriti col gioco. Li hanno intontiti. La Fiorentina è di nuovo in zona-Europa, al sesto posto insieme a Roma e Lazio, però con una partita in meno e un bel gioco in più. Dopo 22 giornate (21 per i viola) è legittimo fissare l’obiettivo a un posto in Coppa.

Alla festa fiorentina per poco non mancava la partecipaz­ione di Dusan Vlahovic, che aveva vissuto un’altra settimana complicata. Sullo 0-0 ha sbagliato un rigore, se l’è fatto parare da Sirigu: dopo 12 tiri dal dischetto tutti a segno ci può stare, ma in quel modo no, non è da lui. Un cucchiaio, come Totti contro l’Olanda nella semifinale di Euro 2000 e Pirlo contro l’Inghilterr­a nei quarti di finale di Euro 2012, ma loro fecero gol. Dusan non è Totti e non è Pirlo, non è un artista, è un cannoniere e i cannonieri tirano forte. E proprio perché è un bomber, dopo aver chiesto scusa alla gente alzando le braccia a inizio ripresa, ha segnato il gol numero 20 di questa stagione, il 17° in campionato, raggiungen­do Immobile in testa alla classifica dei marcatori. Come ha segnato? Con un cucchiaio... Gol, scuse e anche un bacio a Italiano, ecco questo sì è da lui.

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