L’Europa obiettivo legittimo
Aguardare, diciamo pure ad ammirare, la Fiorentina di questi giorni (11 gol nelle ultime due partite) viene da farsi qualche domanda. La prima è di tipo tattico: ma le ali sono Odriozola e Biraghi oppure Gonzalez e Saponara? Non può esserci una risposta precisa, perché giocano tutt’e quattro ben oltre la linea di metà campo. Peraltro in questa partita segnano sia Odriozola (un tocco da opportunista d’area di rigore) che Biraghi (una doppietta con due splendide punizioni). L’altra domanda è più generale: ma come ha fatto Italiano a trasformare in sei mesi una squadra sbandata in una squadra dominante? In questo caso si può parlare genericamente di bravura, più specificatamente di idee, coraggio (difesa a due...), gusto del gioco, desiderio di dominio. Certo è che sei mesi per dare vita a una creatura di questo genere sono pochi davvero, se si pensa per esempio alle sofferenze di Sarri con la Lazio, di Allegri con la Juventus e di Mourinho con la Roma, tutti nuovi allenatori per le rispettive squadre ma con tanta più esperienza di Italiano.
Qualcuno dirà che il Genoa è robetta, per questo la Fiorentina lo ha annientato con tanta facilità. In effetti, il Genoa non è esistito, sembrava una squadra di fantasmi, però giovedì col Milan in Coppa Italia aveva dato un’altra impressione. Se è stato tutto così semplice il merito è in buona parte dei viola che non hanno perso tempo, hanno schiacciato gli avversari e li hanno inceneriti col gioco. Li hanno intontiti. La Fiorentina è di nuovo in zona-Europa, al sesto posto insieme a Roma e Lazio, però con una partita in meno e un bel gioco in più. Dopo 22 giornate (21 per i viola) è legittimo fissare l’obiettivo a un posto in Coppa.
Alla festa fiorentina per poco non mancava la partecipazione di Dusan Vlahovic, che aveva vissuto un’altra settimana complicata. Sullo 0-0 ha sbagliato un rigore, se l’è fatto parare da Sirigu: dopo 12 tiri dal dischetto tutti a segno ci può stare, ma in quel modo no, non è da lui. Un cucchiaio, come Totti contro l’Olanda nella semifinale di Euro 2000 e Pirlo contro l’Inghilterra nei quarti di finale di Euro 2012, ma loro fecero gol. Dusan non è Totti e non è Pirlo, non è un artista, è un cannoniere e i cannonieri tirano forte. E proprio perché è un bomber, dopo aver chiesto scusa alla gente alzando le braccia a inizio ripresa, ha segnato il gol numero 20 di questa stagione, il 17° in campionato, raggiungendo Immobile in testa alla classifica dei marcatori. Come ha segnato? Con un cucchiaio... Gol, scuse e anche un bacio a Italiano, ecco questo sì è da lui.