Pellegrini si ferma, ma tornerà subito dopo la sosta
ROMA - Uno stop fastidioso e imprevisto ma per fortuna non drammatico. Lorenzo Pellegrini salta solo due partite, giovedì contro il Lecce in Coppa Italia e domenica a Empoli. Tornerà dunque disponibile per la Roma subito dopo la sosta, all’Olimpico contro il Genoa a inizio febbraio. Come si dice in questi casi, si è fermato in tempo: calciando in porta durante il riscaldamento pre Cagliari ha sentito un indurimento alla coscia, nello stesso punto della lesione del mese scorso.
IL PUNTO. In pratica nel muscolo c’è una cicatrice, ricordo dello stiramento di Roma-Torino, che non si è “aperta” ma consiglia una gestione cautelare per evitare ulteriori danni. L’ecografia effettuata ieri mattina a Trigoria ha stabilito un protocollo di recupero graduale. La temuta ricaduta è stata evitata però meglio rallentare, meglio rinunciare agli impegni agonistici imminenti. La pausa servirà a recuperare con la dovuta calma la condizione atletica, sperando che la catena di infortuni si fermi qui.
SFORTUNA. Di certo Pellegrini non trova pace. Non è bastato un lavoro maniacale di prevenzione durante la sosta di Natale per scongiurare il nuovo intoppo, che priva la Roma del suo capitano nel momento in cui sarebbe servito molto per scalare la classifica. La coincidenza ha voluto che contro il Cagliari, a cui Pellegrini aveva segnato un bel gol su punizione all’andata, sia capitato subito un calcio di rigore. Come ha raccontato Sergio Oliveira, lo avrebbe tirato Lorenzo se fosse stato in campo. A testimonianza che l’errore doloroso contro la Juventus era già stato archiviato. Anzi Pellegrini, nella riunione di domenica mattina con Mourinho alla quale avevano preso parte anche Veretout e Abraham, aveva chiesto esplicitamente di essere confermato come rigorista, senza paura di nuove responsabilità.
OTTIMISMO. Il destino ha voluto che le cose andassero diversamente, per la felicità di Sergio Oliveira che ha celebrato il debutto in Serie A con un gol, ma in prospettiva non dovrebbe alterare le gerarchie sui rigori della Roma, a meno che non sia Pellegrini a tirarsi indietro: ipotesi abbastanza remota, conoscendo il soggetto. Da capitano, ha vissuto talmente male lo shock del 3-4 contro la Juventus del quale era stato protagonista positivo con un’altra punizione vincente da voler immediatamente dimenticare quel rigore.
SPERANZA. Adesso Pellegrini deve solo pazientare qualche giorno. Non è contento ma neppure abbattuto. E almeno stavolta non rinuncerà alla Nazionale, come era successo a novembre. Uno dei suoi obiettivi per il 2022 è andare al Mondiale, e vivere attivamente gli spareggi di fine marzo, dopo aver perduto l’Europeo per un altro infortunio muscolare. Per Mourinho, che se avesse «tre Pellegrini giocherebbero tutti e tre», è già un insostituibile, sulla scorta di numeri che non si possono discutere: mai Lorenzo aveva cominciato così bene una stagione da quando è tornato alla Roma. La sua ambizione legittima è meritarsi un posto fisso anche in azzurro, dove ha già segnato un gol alla Spagna in Nations League. E dove il terribile incidente di Federico Chiesa può liberargli spazio nel tridente offensivo: Roberto Mancini più volte gli ha dimostrato di vederlo bene come attaccante esterno. Sarebbe un trequartista sui generis, libero di interpretare la partita secondo istinto e intelligenza: due elementi calcistici complementari che non mancano al suo repertorio.
Un fastidio nella stessa zona del vecchio infortunio, però senza lesioni