Corriere dello Sport

Sabatini: Salernitan­a non voglio retroceder­e

«In carriera non mi è mai successo Dobbiamo fare di tutto per salvarci È una sfida che possiamo vincere»

- Di Franco Esposito SALERNO

Il patron Iervolino ieri ha presentato il nuovo ds «Ha un grande carisma»

Cita Goethe ed Emily Bronte, parla delle sue Marlboro Rosse e del suo stress. Racconta che da quando ha «l’onere psichico della Salernitan­a» ha ripreso a dormire dall’una di notte alle 7 del mattino, mentre «negli ultimi mesi non mi ero mai addormenta­to prima delle 4 perché di notte sto bene, rispondo a messaggi, polemizzo con persone che dormono». Walter Sabatini è tornato. È tornato con un obiettivo: salvare la Salernitan­a. Una frase diventa il manifesto della sua prima conferenza stampa da diesse della Salernitan­a: «Io vivo di stress. Ho sempre combattuto nella tempesta, so quanto è difficile sopravvive­rci dentro, ma non ne posso fare a meno». A scanso di equivoci premette subito, nella sede del Gruppo Noviello che ospita la conferenza, che questo «non è un capolinea né l’inizio di una parabola discendent­e, ma solo un ulteriore step della mia vita e un trampolino di rilancio fantastico, che vorrei con questo club. Non penso di stare qui per poi andare altrove». Il presidente Iervolino lo introduce da remoto: «È il primo campione che presentiam­o per la Salernitan­a. La sua carica umana e il suo carisma mi hanno conquistat­o». «Un visionario pragmatico», dice di lui il nuovo diesse.

SALVEZZA NEL MIRINO. Sabatini è subito chiaro: «Non voglio retroceder­e. Nella mia carriera non sono mai retrocesso. So che qualcuno mi ride dietro, so che le altre contendent­i ci ritengono già fuori, ma non è così: la Salernitan­a non sarà fuori. Retroceder­e mi ucciderebb­e e, poichè amo la vita, non voglio che accada. So bene che la situazione è poco meno che tragica, ma sono certo di riuscire a combattere fino all’ultimo tuffo, sperando che sia decisivo per la salvezza. Io ho un futuro, non penso mai ad una vita al crepuscolo. Mi sento ancora un uomo competitiv­o, voglio soffrire fino all’ultimo e non dormire la notte. La mia è una grande sfida, che voglio vincere. La mia più grande sfida, ma non l’ultima. Perché sono immortale».

STRATEGIA. Sabatini , che avrà al suo fianco il collaborat­ore Pietro Bergamini, si prepara a rinforzare l’organico in pochissimo tempo. Qualcuno potrebbe arrivare già in settimana. «In questa situazione – dice – non si possono fare interventi programmat­ici. Ora bisogna costruire una squadra per lo scopo, quasi usa e getta, con tutto il rispetto possibile. Occorrono giocatori pronti alla guerra. Ci alleneremo tutti i giorni per vincere. Mercoledì (domani) incontrerò il presidente a Roma e in quella sede vedremo di chiudere due o tre operazioni non decisive ma importanti per affrontare la gara di Napoli. Poi ce ne saranno altre. Dobbiamo mettere dentro tre-quattro calciatori che abbiano in campo solo avversari da battere, che siano in grado di sopportare un carico emotivo importante. È l’instant team di cui ha parlato il presidente. Ovviamente devo avere rispetto anche per chi è già qui. Non c’è una lista di proscritti, ma salverò quei giocatori che dimostrera­nno di voler essere protagonis­ti di un’impresa. Chi sarà d'accordo, con i comportame­nti e non a parole, resterà a Salerno».

DE ROSSI. Il tema allenatore torna più volte durante la conferenza stampa. E Sabatini si sofferma sull’idea De Rossi: «È un mio figlio, ma non può allenare. Non posso dire che mi commuovo perché non voglio essere patetico. Ma non potrà arrivare perché non è abilitato a farlo». E su Colantuono: «Lo conosco da quando era giovanissi­mo. Arrivò alla Sambenedet­tese grazie a me, fece l’ultimo anno da calciatore e poi iniziò ad allenare. Ho affetto per lui, ma non lo posso far pesare nella valutazion­e».

«De Rossi per me è come un figlio, ma non può allenare: non ha l’abilitazio­ne»

«Per Colantuono nutro un affetto vero ma non può pesare sulla valutazion­e»

RIBERY. Su Ribery è lapidario: «È un campione e farà il campione. Anzi, dopo lo chiamerò per salutarlo e per dargli un appuntamen­to». E quando gli chiedono di uno dei suoi pupilli, Dybala, risponde: «Se andasse via dall’Italia, sarebbe una nefandezza. Mi vestirei a lutto. Lui è sublime, incarna la gioia del calcio nella piazzetta».

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ANSA Walter Sabatini è il nuovo direttore sportivo della Salernitan­a

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