Corriere dello Sport

Keene, un duro piccolo ma letale

- Di Fabrizio Fabbri

Era il 5 maggio del 1985 quando Danny Ainge appioppò a Vinnie Johnson il soprannome the microwave, forno a microonde. Uscito dalla panchina Vinnie, che giocava nei Detroit Pistons, segnò 22 punti nell'ultima frazione di gara-4 della semifinale della Eastern Conference consentend­o alla sua squadra di recuperare 11 punti e pareggiare la serie contro Boston.

Quasi 10 anni dopo, il 6 maggio 1995, in Germania, dove il padre era di stanza in aviazione, nasceva Marcus Keene. Chissà se il soprannome che fu di Vinnie Johnson diventerà il suo. Sta di fatto che quello che ha fatto sabato scorso lo avvicina, e di molto, al bad boy dei Pistons. Varese era sotto di 15 contro Venezia, quando il terzo periodo si avviava al termine. Un macigno sulle spalle dei lombardi che però il trottolino del Texas ha spazzato via con una prova mostruosa. Lui, e il fraterno amico Tony Beane che ha ritrovato in biancoross­o, hanno suonato la carica. Keene si è acceso e con un parzialone costruito con un 4/4 da 3 punti ha affondato la gondola veneziana. Alla fine 27 punti con 6/8 dai 6,75, 1/3 da 2, 7/8 ai liberi e 3 assist. Non fosse stato per i soli 175 centimetri che lo rendono un normale in uno sport di giganti, oggi forse sarebbe nella Nba. Che invece non si è fidata del trottolino, ignorandol­o nonostante una carriera universita­ria fatta di canestri segnati a valanga.

IVERSON. Lasciata la Germania da bambino è cresciuto a San Antonio, nella città dei grandi successi degli Spurs. «Non tifo per loro, ho un gran rispetto per la storia che hanno scritto ma niente di più». Ad ispirarlo sul campo non è Tony Parker ma Allen Iverson, uno che nonostante il fisico ce l'ha fatta a diventare una stella della NBA. «Avrei voluto il numero 3, il suo, qui a Varese. Lo aveva Kell, allora ho scelto il 45».

Dalla high school passando per il college, la sua è una storia fatta di canestri. Miglior realizzato­re di sempre della Earl Warren High School, è andato in NCAA, stagione 2013-14, Division 1 con Youngstown State, per passare quindi a

Central Michigan. Un anno di stop, per le regole universita­rie, e infine l'esplosione: 51 punti, e 10 tiri da 3 realizzati, nel 2017, il 10 gennaio 2017 contro Miami. Titoli dei giornali per la miglior prestazion­e di un giocatore nella Division 1 nella stagione. Inarrestab­ile, tanto da chiudere con 30 punti di media. Non è servito per regalarsi la NBA. Allora ecco l'Europa con l'arrivo a Cagliari, A2. Poi un girovagare per il mondo: Corea, Taiwan, Estonia, Slovenia e ora Varese. Che chiede a Marcus di continuare in ciò che sa far meglio: bucare la retina, per centrare la salvezza. «Sono sempre stato un bambino basso - ha sempre detto lui-. Ma la gente mi guardava con ammirazion­e, quindi non sono mai stato vittima di bullismo o cose del genere. Sapevano che ero e rimango un duro»

«Sono basso, ma quando ero bambino nessuno ha mai osato fare il bullo con me»

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CIAMILLO Marcus Keene, 26 anni, play di Varese alto 1,75

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