CHI, CIRO? E COME TISBAGLI
Anche all’Olimpico occorrono i supplementari per decidere l’ottavo di Coppa. Ancora una L’Udinese tiene testa alla Lazio, colpendo l’incrocio dei pali con Arslan. Ma l’ingresso di Immobile rompe l’equilibrio: al 106’ il suo gol vale il Milan ai quarti
San Ciro ha qualcosa di mistico, come una sentenza divina. E’ entrato e ha deciso, spedendo al tappeto l’Udinese ai tempi supplementari. Un altro quarto d’ora e si sarebbe arrivati ai rigori. Il gol di Immobile, centesimo realizzato con la Lazio allo stadio Olimpico sui 171 in carriera, ha permesso a Sarri di centrare l’ingresso ai quarti di Coppa Italia, tra venti giorni a casa del Milan. Partita risolta con un’azione disegnata su misura per il centravanti italiano che dovrà trascinarci ai Mondiali in Qatar. Lampo ispirato da Cataldi, sguardo d’intesa e il solito invito in profondità. Ci avevano provato altre due o tre volte in precedenza. Un gol simile, in combinazione, erano riusciti a confezionarlo con l’Inter. Ciro questa volta è scattato con il tempo giusto, senza cadere in fuorigioco, bruciando in velocità Perez. Un solo rimbalzo del pallone, stava guardando Silvestri in uscita, lo ha scavalcato con un tocco di sinistro e in corsa. Capolavoro di astuzia, di tempismo e di precisione, un istante in più di attesa e l’occasione sarebbe sfumata.
SUBITO MURIQUI. La Lazio così si è presa di forza la partita, trascinata dal suo bomber, sganciato da Sarri a venti minuti dalla fine dei tempi regolamentari perché è impossibile, senza un adeguato ricambio, organizzare il turnover e lasciarlo fuori. Mau ha provato invano a rianimare Muriqi, spinto in campo dalle esigenze del mercato e da un fastidio muscolare di Ciro. Un’occasione in più per farlo vedere e restituirgli coraggio. Il kosovaro ha risposto d’orgoglio e con un impatto promettente: tuf20
di Silvestri su un colpo di testa nato dal calcio d’angolo di Luis Alberto, la replica troppo centrale raccogliendo un cross di Felipe e il salvataggio in scivolata, anche un po’ fortunato, di Becao su un altro invito dell’esterno brasiliano. Per una ventina di minuti, Muriqi ha provato a ribaltare un destino avverso e un digiuno sotto porta che dura ormai da un anno. Poi si è spento e non è più riuscito a incidere, anche perché non aveva assistenza. Felipe esaurito dopo una buona partenza, Zaccagni mai in partita. La Lazio, con Leiva in regia e Lazzari di nuovo titolare, ha governato il gioco sino all’intervallo rischiando pochissimo. Una sola occasione concessa a Success, lanciato da Pussetto e murato in scivolata da Marusic.
ATTACCO BABY. L’Udinese costruiva a tre e difendeva quasi a quattro con Soppy quasi sulla linea arretrata. Funzionavano i raddoppi di Becao su Zaccagni, finito ko (distorsione alla caviglia) a un sospiro dall’intervallo e in fortissimo dubbio per l’Atalanta. Niente male il tedesco Samardzic, classe 2002, trequartista di disturbo su Leiva in fase di non possesso ed esterno destro quando i friulani impostavano. Sarri, senza Pefo
dro, nella ripresa è stato costretto a inserire Raul Moro. Leggerino lo spagnolo, inconsistente dal punto di vista fisico e nei contrasti, bello da vedere quando gioca. Un tiro a giro senza inquadrare lo specchio e la palla gol fallita quasi al novantesimo dopo il destro di Milinkovic respinto da Silvestri: senza troppa convinzione il tap in ravvicinato su cui è riuscito a distendersi Udogie con il portiere già fuori causa. Cioffi ha sganciato Beto e Arslan, ma i friulani avevano già tirato fuori il meglio e la Lazio è riemersa nei supplementari, quando ha ricominciato ad attaccare con con
vinzione. L’hanno presa per mano Luis Alberto e soprattutto Milinkovic, determinante nell’ultima mezz’ora. E’ entrato anche Luka Romero, classe 2004, argentino ex Maiorca, fisicamente più robusto rispetto a Raul Moro. L’unico brivido Reina lo ha avvertito con l’incrocio dei pali esterno colpito su punizione da Arslan, lo stesso che aveva firmato a tempo scaduto il 4-4 dell’Udinese all’Olimpico in campionato. Una svolta, un segnale del destino. Era in agguato Ciro. Verrà anche il tempo del tridente baby, ma per adesso risolve il solito giustiziere della notte.