Corriere dello Sport

Thiago confermato dai fatti

Le critiche interne hanno trasformat­o un esonero che sembrava scritto in una risposta del gruppo

- Di Fabio Massimo splendore ROMA

In mezzo al campo Thiago Motta sapeva anche fare legna con la tigna, a volte garbata altre meno, dei brasiliani intrisi di europeismo calcistico. In panchina la cosiddetta legna è diventata silenzio per far parlare i fatti. E i fatti, ma soprattutt­o i punti, per lo Spezia sono arrivati. Non importa come: soffrendo tanto a casa del Napoli per vincerla clamorosam­ente con un autogol, credendoci fino all’ultimo al Meazza, dove il Milan incassa le scuse sacrosante dell’arbitro Serra e dell’Aia, ma sulla palla gol, all’ultimo secondo, c’era l’affamatiss­imo Gyasi. In mezzo c’è stata un’altra vittoria fuori casa, dal Genoa malmesso e piegato di misura da Bastoni. E il ko interno con il Verona.

Fatto sta che 9 punti su 12 nelle ultime quattro partite li ha fatti proprio il Milan, non li hanno fatti il Napoli, la Roma, la Lazio. Non li avrebbe fatti l’Atalanta al netto della partita non giocata con il Torino. Solo Juve e Inter hanno marciato più veloci, a 10. Sono fatti, oltre le critiche feroci, le decisioni affrettate su cui lo Spezia e il direttore dell’area tecnica Pecini sono dovuti tornare indietro.

IL CAMBIO PASSO. Thiago si è messo lì, turandosi le orecchie, cercando solo soluzioni rispetto ad una rosa inadeguata che rispetto alla scorsa stagione ha perso Saponara, Pobega, Sena, Ricci, che è passata dentro una terribile estate Covid senza fare praticamen­te ritiro. Il tecnico italo-brasiliano ha inventato soluzioni, oltre ad aver ritrovato Agudelo e Verde, si è messo a 3 dietro, ha infoltito il centrocamp­o senza avere troppe opzioni nel ruolo e creando dal difensore centrale polacco Kiwior all’esterno Bastoni, due risorse da adattare sulla linea mediana. Le critiche interne (succede nel calcio) hanno cementato il gruppo che è squadra dentro, sa cosa fare, vuole lottare fino all’ultimo. Anche per Thiago. Che prima del Napoli (e anche dopo) sembrava vittima predestina­ta. Poi Giampaolo ha detto no, Maran e Nicola sono rimaste ipotesi sospese. E lo Spezia, senza avere la rosa di Genoa, Cagliari, Samp, si è preso punti di vantaggio (6 dalla terzultima). Chiaro che ancora non sia fatto nulla e questo la squadra e il tecnico lo sanno bene. Ma forse si era avuto fretta a voler liquidare Thiago Motta. Ora si va avanti, l’obiettivo è uno e se arriverà bisognerà poi vedere chi eventualem­ente tra Thiago Motta e lo Spezia deciderà di scrivere un addio. Se addio sarà.

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