Corriere dello Sport

«Nelle prime stagioni c’erano ottimi giocatori, ma ora il livello è aumentato»

PG Esports ancora una volta protagonis­ta nel panorama italiano con il campionato di League of Legends, uno dei tornei più amati

- Di Francesco Lombardo

Partito ufficialme­nte il PG Nationals, il campionato italiano di League of Legends, nonché uno dei tornei esports più seguiti e amati dagli appassiona­ti. Otto squadre si contendono il titolo di campione d’Italia in un campionato diviso in due fasi: la stagione regolare con partite di andata e ritorno come nel più classico dei gironi all’italiana, seguita da una fase playoff a cui accedono solo le prime quattro. Per comprender­e meglio cosa significhi il PG Nationals, cosa aspettarci e a che punto è la competizio­ne abbiamo interpella­to uno dei commentato­ri del campionato, il caster Roberto “KenRhen” Prampolini, presente fin dall’inizio.

Partiamo dalle squadre: che aspettativ­e hai per il 2022?

«Il livello medio è rimasto stabile e direi che è un’ottima notizia per i tifosi. Le prime stagioni della competizio­ne avevano degli ottimi giocatori, ma al tempo stesso esisteva una divisione troppo netta tra la prima e la seconda metà della classifica. Uno dei passi più grandi compiuti negli ultimi anni è stato l’innalzarsi del livello medio della competizio­ne: ogni partita oggi può regalare vincitori inaspettat­i».

Tanta incertezza, quindi. È possibile fare pronostici?

«Difficile farli a priori perché vediamo team con grandi nomi, ormai entrati nella memoria storica degli spettatori, ma con ancora tante domande sulla loro solidità a livello di coordinazi­one e alchimia. Altri team hanno invece puntato su nuove figure ma sorretti da coaching staff che hanno già dimostrato di poter estrarre talento da qualsiasi giocatore. Macko si presentano alla porta per continuare a colleziona­re titoli e il loro quintetto titolare lo urla chiaro, ma non sarà una passeggiat­a. Da tenere d’occhio i nuovi arrivati: sia Atleta Esport che Esport Empire entrano con l’idea di voler creare dei progetti molto solidi».

Vedremo delle novità al PG Nationals lato production?

«Uno dei grandi demoni da affrontare per chi fa le cose bene è che diventa sempre più difficile migliorare, ma è una cosa che non ci ha mai spaventato. Dopo aver ampliato il parco caster uno dei grandi passi è stato definire dei ruoli precisi. Questo ci permette di avere una trasmissio­ne molto più omogenea e piacevole da seguire. Inoltre stiamo innovando anche il comparto tecnologic­o, con dei software che tracciano in tempo reale tutte le statistich­e di gioco».

Come si commenta, da caster, un match di League of Legends? È differente da una partita di calcio o altri sport?

«Ci sono elementi in comune, ma anche elementi molto distanti. Presenza scenica, conoscenza del titolo e capacità oratorie sono alla base di ogni buon caster, ma penso che siano elementi comuni a ogni commentato­re che voglia diventare una forza trainante verso il pubblico, che si tratti di sport o di esport. A questo bisogna aggiungere che la qualità del commento dipende da quanto bene i due caster riescono a lavorare insieme, alternando momenti concitati a momenti più analitici».

Perché, a tuo avviso, un campionato esports come quello di League of Legends andrebbe seguito?

«A domanda provocator­ia non posso che rispondere in modo provocator­io. Chiederei perché a questo punto seguire una partita di calcio. In fondo sono solo persone che corrono dietro a una palla, no? L’esport è una realtà che si sta affermando giorno dopo giorno. Può essere apprezzata o meno ma è impossibil­e ormai negarne il valore. Si tratta di una dimensione di sport-spettacolo che ha da offrire allo spettatore davvero tanto. Non si parla solo di partite iper-adrenalini­che ma di trasmissio­ni che offrono intratteni­mento a tutto tondo: League of Legends è diventata un’esperienza mediatica così completa che i motivi per goderne davanti a uno schermo sono diventati davvero tanti».

«Stiamo inserendo dei software che tracciano in tempo reale le statistich­e»

«Dopo aver ampliato il parco caster uno dei grandi passi è stato definire ruoli precisi»

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Uno dei commentato­ri, il caster Roberto “KenRhen” Prampolini

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