INTER A MUSO DURO
Szczesny para il rigore, Calha fa centro al replay Allegri s’infuria, solo il palo nega il pari a Zakaria Inzaghi ritrova l’acuto ma non i progressi sul gioco
Dopo quasi dieci anni l'Inter è tornata a battere la Juventus allo Stadium e, al termine di una partita nella quale i bianconeri sono stati condannati da un errore della coppia Irrati-Mazzoleni sul rigore fatto ribattere a Calhanoglu, li ha definitivamente estromessi dalla corsa scudetto. Inzaghi non può dire di aver ritrovato la sua squadra sotto il profilo del gioco perché i padroni di casa per lunghi tratti hanno controllato l'incontro, hanno colpito due legni e concluso di più (23-5 i tiri), ma siccome non vinceva in trasferta dal 17 dicembre e aveva ottenuto appena 7 punti nelle ultime 7 giornate, per stavolta l'ex tecnico della Lazio può accontentarsi di un'affermazione strappata con le unghie e con i denti, con la difesa (quasi) a oltranza e con un fischio "amico" di Irrati. Stavolta, per la legge del contrappasso, è stato Dumfries, sfortunato protagonista all'andata, a prendersi, dopo revisione del Var, il penalty decisivo. Su questo episodio i campioni d'Italia hanno costruito la loro impresa, il bis della finale di Supercoppa vinta a gennaio. Non sono guariti, ma hanno risposto al blitz del Napoli a Bergamo e, con una partita in meno, sono andati a dormire a -3 dal Milan, che stasera a San Siro riceverà il Bologna. Sono di nuovo in piena corsa per lo scudetto, anche se per lasciarsi alle spalle rossoneri e azzurri servirà qualcosa di più.
BELLA SIGNORA. Fin dall'inizio il derby d'Italia è stato all'altezza delle aspettative, forse anche al di sopra, a livello di intensità e tensione. Merito soprattutto della Juventus che ha aggredito il match con un modulo molto offensivo, pressing alto (Dybala su Brozovic e tanti duelli a tutto campo) e fisicità. Come se volesse sfruttare il momento no dell'Inter per piegare subito dalla sua parte la sfida. In effetti per mezzora in campo ci sono stati solo i bianconeri che hanno colpito una traversa con Chiellini, su papera di Handanovic, e hanno concluso diverse volte, ma Vlahovic, Morata e Dybala non hanno inquadrato porta o sono stati murati.
Nonostante il recupero di Brozovic, Inzaghi non riusciva a trovare il modo per uscire dalla trappola bianconera: i padroni di casa giocavano meglio, avevano il controllo della metà campo grazie a un ottimo Rabiot e facevano male soprattutto sulla destra dove Danilo e Cuadrado venivano aiutati da Dybala, che si allargava per creare superiorità numerica. Martinez e Dzeko erano invisibili, le fasce poco sfruttate e la prima frazione si è riequilibrata un po' solo nell'ultimo quarto d'ora, quando Locatelli è uscito per un problema al ginocchio ed è arrivato l'episodio che ha incendiato la sfida: il rigore concesso complice l’intervento del Var per il pestone di Morata su Dumfries. Dopo la parata di Szczesny, al quinto minuto
Un derby d’Italia incredibile: 17 minuti extra per una sfida che si decide tutta in un’azione Chiaro il verdetto: solo Inzaghi corre ancora per il titolo
di recupero Calhanoglu ha fatto centro al secondo tentativo facendo infuriare Allegri che ha scagliato il cappotto in aria.
FORTINO INTER. Anche a inizio ripresa c'è stata più Juventus, ma stavolta più che con l'agonismo, la forza e il pressing, i padroni di casa hanno provato a sfondare con la manovra. Brozovic e Perisic hanno sbrogliato due buone occasioni, poi Vlahovic ha sfiorato il gol con una gran giocata. Inzaghi ha provato ad aggiungere forze fresche gettando nella mischia prima Darmian e Correa, poi Vidal e Gagliardini, ma la partita si giocava quasi sempre nella metà dei campioni d'Italia. Handanovic ha riscattato una serata da dimenticare deviando sul palo una botta di Zakaria e parando un tiro centrale di Dybala. Il finale si è trasformato in un assedio, ma la Joya ha calciato alta una punizione da buona posizione e il fortino di Inzaghi ha detto fino all'esultanza finale. Da ieri sera l'Inter è tornata in corsa per lo scudetto, mentre la Juventus l'ha abbandonata definitivamente.
Alex Sandro. Per Irrati (che è lì e dice di aver visto) nulla, Mazzoleni però lo convince: OFR e rigore. Qui succede un papocchio: perché sulla parata di Szczesny, il primo a intervenire sul pallone è Danilo (scarpino celeste) che non ha anticipato l’entrata in area (come invece ha fatto De Ligt), poi subisce il calcio di Çalhanoglu (che cercava il pallone ma colpisce l’avversario), quindi l’interferenza dell’olandese (punita da Mazzoleni al VAR con la ripetizione del penalty). Insomma, il fallo (di sicuro di
confusione) fischiato da Irrati alla fine sarebbe stata la scelta corretta.
UNO PER PARTE
Mancano due doppi gialli: in ordine cronologico, per Rabiot (intervento in netto ritardo su Lautaro) e per Lautaro (in ritardo anche lui su Chiellini). Irrati, con grande fortuna, può dire di averli trattati alla stessa maniera. Ma possono essere anche due errori gravi.