Corriere dello Sport

Leader senza stress È l’Inter di Calha

Szczesny deve arrendersi: il turco non sbaglia il replay Milan, Napoli, Roma e ora Juve: nei punti pesanti conquistat­i dai nerazzurri c’è la sua firma

- Di Nicola Balice TORINO @RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Quando la palla pesa come un macigno, sul dischetto Hakan Calhanoglu è una sicurezza. Tanto che si potrebbe pensare che per superare Wojciech Szczesny è stato necessario appesantir­e ulteriorme­nte quel pallone poi scagliato in rete al secondo tentativo, dopo il primo errore cancellato dall'ingresso in area di Matthijs De Ligt pizzicato dal Var. Il cronometro a quel punto diceva 49 minuti e 33 secondi, l'Allianz Stadium era tornato almeno in quel momento una bolgia infernale, Calhanoglu si è tappato le orecchie per tenere ancora vive le speranze scudetto dell'Inter. Di cui è dovuto diventare leader nei momenti di difficoltà, quasi all'improvviso, quasi senza sapere ancora se poterlo essere davvero fino in fondo o no. In Champions a volte ha giocato un po' a nascondino, in campionato alla fine c'è la sua firma nei punti pesanti conquistat­i contro Milan e Napoli, Roma e ora Juve. Nel 2022 non aveva ancora segnato, ha scelto il momento più importante nella serata più importante contro l'avversario comunque più atteso.

QUEL RIGORE. A proposito di rigori pesanti contro grandi squadre: in serie A, dal dischetto, Calhanoglu ha segnato 5 volte su 5 tentativi, contro Roma, Lazio, Milan, Napoli e ora Juventus. Quando c’è più bisogno, insomma, Calhanoglu c’è. E ha la fiducia dei compagni, perché dopo il primo errore c'era pure Lautaro Martinez che quel rigore l'avrebbe potuto e voluto tirare, salvo poi ripassargl­i quella palla sempre più pesante. Comunque specialità della casa per il centrocamp­ista offensivo turco, che nel derby d’andata contro il Milan aveva segnato un rigore almeno altrettant­o prezioso per poi andare anche a esultare polemicame­nte sotto la curva rossonera. Era stata quella la prima scossa della stagione di Calhanoglu, autore di altri quattro gol nelle successive sette giornata di Serie A, condite da cinque assist. Poi è entrato in crisi perché tutta l'Inter era entrata in crisi dopo il derby di ritorno. Da ieri sera però può di nuovo cambiare la stagione dei nerazzurri e quella di Calhanoglu pure, con l'obiettivo comune di difendere il tricolore sul petto, motivazion­e supplement­are per il turco che di restare di nuovo nella metà di Milano che vede fare festa ai rivali non ha per nulla voglia. Certo, nelle prossime otto partite ci sarà bisogno dell'Inter giusta e del Calhanoglu giusto, oltre che di un Milan che possa perdere punti per strada magari a causa di quella pressione che le inseguitri­ci devono mettergli addosso. Mentre Calhanoglu, un po' di pressione, proprio con quel rigore segnato al secondo tentativo, l'ha tolta dalle spalle di tutta l'Inter. E pure di se stesso, al centro com'è di una stagione in cui è chiamato a dare risposte settimana dopo settimana, con quell'eredità di Christian Eriksen che forse non pensava potesse essere così difficile da gestire.

L’abbraccio a Dybala al momento della sostituzio­ne: solidariet­à tra stelle

L'ABBRACCIO. C'è poi un altro momento che nel rumore di uno Juve-Inter tanto per cambiare controvers­o rischiava di scivolare via. Quello in cui Calhanoglu si è pure speso in un gesto tutt'altro che scontato. Quando al momento della sostituzio­ne è andato da Paulo Dybala per abbracciar­lo e salutarlo, sapendo come la serata del collega argentino fosse comunque più difficile che per tutti gli altri giocatori in campo.

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GETTY IMAGES Il turco Hakan Calhanoglu tiene in corsa l’Inter per lo scudetto

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