Corriere dello Sport

«Lo scudetto? Noi ci abbiamo sempre creduto»

- Di Antonio Giordano INVIATO A BERGAMO

Perché non resti un crepuscolo, con dentro sensazioni pallide. Perché in questo tempo che verrà ci sia ancora il sentimento pieno di un decennio. Perché - vada come vada - sarà egualmente un successo e sarà bello dirselo, un bel giorno che la vita è anche questa. «Perché noi ci crediamo». Perché quando Lorenzo Insigne, al 14', ha messo il pallone sul dischetto, in quel momento quello non era cuoio ma fuoco: «Perché noi ci crediamo». La casetta in Canada verrà poi, quella è la sua esistenza e il suo futuro, ma adesso che Napoli sta lì e sogna assieme a lui, Lorenzo Insigne se la carica sulle spalle e se la porta a spasso in quella parabola geniale che ispira a Politano un gol da mille e una notte al minuto 37', quando il talento spazza via le preoccupaz­ioni e dà una traccia d’una domenica speciale. «E’ stato tutto molto bello, soprattutt­o la vittoria. La volevamo e l’abbiamo ottenuta, dimostrand­o la nostra capacità di saper soffrire in gare pesanti. Non pensiamo alle altre, al calendario, a chi gioca prima o dopo: andiamo avanti per la nostra strada e vediamo».

Ci saranno altre sette partite per cercare di attenuare, se mai sarà possibile, il dolore per l’eliminazio­ne dal Mondiale («una delusione enorme e ormai non posso fare altro che chiedere scusa a tutti i tifosi della Nazionale») ma mentre le lancette dell’orologio lo avvicinera­nno all’addio, e di lui resterà il passato e questi centodicia­nnove gol a cui qualcosa si può ulteriorme­nte aggiungere, Insigne andrà a rovistare nella Storia, per tentare di riscriverl­a. «E’ una grande vittoria ma dobbiamo pensare immediatam­ente

NIENTE CALCOLI.

alla prossima gara. Si ragiona di settimana in settimana, adesso ci godiamo un attimo il successo ed i tre punti e poi ci caleremo, anche mentalment­e, nella prossima gara».

IL PAPA’ BOMBER. E chissà cosa accadrà, nessuno può prevederlo, però si sa ciò che il Napoli e Lorenzo Insigne inseguiran­no, sino al 22 maggio, affinché a Carmine, a cui ieri è andato il gol, sia possibile poi dedicare anche altro a lui e pure a Christian: «E’ il compleanno di mio figlio e lui mi ha scritto, prima che scendessim­o in campo, per ricordarmi che il 4 aprile è la sua festa. Sono contento per lui, ovviamente». E però non può finire così, non adesso che qualcosa è scoccato nella testa di una squadra autorevole e padrona di se stessa, d’una squadra che sa come andare a sfidare l’Atalanta e a sfruttare l’istinto diabolico di cui è dotata. «Noi ci abbiamo creduto sin dal primo minuto». Ne restano soli 630, cosa volete che siano di fronte a quei trentadue anni che separano dall’ultimo delirio di massa?

le». Il Bologna, secondo Pioli, verrà a San Siro per fare la partita e andrà a caccia dell’intera posta in palio: «Non faranno una gara difensiva, non rientra nella mentalità di Mihajlovic, per questo mi aspetto un Bologna intenso e aggressivo, con velocità. Partita da affrontare con grande qualità». La gara d’andata era stata decisa nei minuti finali anche grazie a un gol di Ibrahimovi­c, al momento non ancora al top della forma ma comunque arruolabil­e per l’impegno: «Zlatan deve convivere con i suoi acciacchi ma sta bene. Ibra dovrà aiutare il gruppo, come sempre, per cercare di ottenere il massimo. È il suo obiettivo ed è quanto ha sempre fatto, è la sua motivazion­e».

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GETTY La carica di Insigne dopo il gol
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