La sfida di Kessie ai fischi
Ancora una volta l’accoglienza dei tifosi non sarà delle migliori. Insomma, all’annuncio del suo nome, i fischi non mancheranno. E saranno ancora più sonori, visto che per il match con il Bologna si va verso i settantamila spettatori a San Siro. Ma Kessie, pur avendo scelto di proseguire la sua carriera al Barcellona - Busquets, l’altro giorno, lo ha di fatto annunciato - vuole lasciare il Diavolo con un regalo: lo scudetto. La sua non è stata una stagione eccellente, certamente inferiore a quella precedente in cui aveva letteralmente dominato a centrocampo, diventando anche un fattore in attacco addirittura con tredici reti in campionato. In questa annata (al momento il suo bottino è di cinque gol) è sta
to chiaramente condizionato dalla questione rinnovo e da un ambiente che, con il passare dei mesi, è diventato sempre più ostile.
PIÙ SOLIDITÀ. In qualche modo, però, Kessie è comunque riuscito a essere un fattore: se non con un rendimento top o con i gol, almeno dal punto di vista tattico. Qualcosa
è scattato, infatti, quando Pioli l’ha avanzato sulla trequarti: alla prima uscita in quella posizione, in casa dell’Empoli, subito una doppietta. A volte, per la verità, ha anche steccato, ma in quella posizione, con il tandem Bennacer-Tonali alle sue spalle, ha comunque dato maggiore solidità a centrocampo, che non ha più sofferto l’inferiorità numerica. Quel cambio di ruolo non sarebbe servito se Brahim Diaz avesse proseguito la stagione come l’aveva iniziata, ovvero con 4 reti nelle prime 7 uscite ufficiali. Tutta colpa del Covid. Kessie, dunque, è stata la soluzione. E stasera si gioca un posto con Brahim contro il Bologna. Per la decisione definitiva, comunque, occorrerà attendere la rifinitura di stamattina ma lo spagnolo sembra essere leggermente avanti.