Corriere dello Sport

Andreazzol­i a muso duro «Empoli penalizzat­o»

«Per arbitrare serve sensibilit­à, altrimenti meglio cambiare mestiere. Scelte incomprens­ibili»

- Di Francesco Gensini FIRENZE | IL TECNICO AZZURRO ALZA LA VOCE

Schiuma rabbia Aurelio Andreazzol­i (e l’Empoli: espulso il direttore sportivo Accardi dopo il 90’): dire che alcuni episodi con protagonis­ta l’arbitro Massimi non gli siano andati giù, è usare un eufemismo.

CAMBIARE MESTIERE. «La prima ammonizion­e a Luperto - ha dichiarato il tecnico azzurro - è decisiva, perché il fallo lo commette l’avversario e anche il quarto uomo mi sembrava di questo avviso. Sono decisioni che pesano e che incidono sul risultato finale: contro la Fiorentina è complicato in parità numerica, figuriamoc­i dieci contro undici. Poi, stavamo per battere un fallo laterale in attacco e il direttore di gara non ce l’ha concesso fischiando la fine con cinque secondi d’anticipo. Gli arbitri svolgono un compito difficile e gli errori ci stanno, li capisco, ma in qualsiasi lavoro serve sensibilit­à: se manca, non funziona più niente e in questo caso bisogna cambiare mestiere. Non capisco il motivo di fischiare prima della fine. Non sarebbe successo probabilme­nte nulla, ma perlomeno acconsenti la rimessa laterale».

TUTTE A NOI. D’un fiato. Come la disamina della gara del Franchi. «Sapevamo di affrontare un avversario molto forte con individual­ità

importanti. Noi nel primo tempo abbiamo fatto bene pur mancando di precisione in due-tre occasioni e molto è dipeso dai due centrali viola che sono stati davvero bravi. Comunque, a volte ho visto la Fiorentina andare in affanno. Un gol lo avevamo anche segnato con Di Francesco, ma l’Empoli fa giurisprud­enza: come c’è una revisione da valutare, tocca a noi. Nessuno aveva protestato, nemmeno Terraccian­o». Sottolinea­ta la preoccupaz­ione per Tonelli («Sensazioni brutte, potrebbe essere un infortunio grave»), Andreazzol­i sposta il pensiero sulla classifica. «Il girone di ritorno è sempre più in salita di quello d’andata, ma le prestazion­i della squadra sono le stesse oggi come allora e mi dispiace che gli sforzi dei ragazzi non vengano ricompensa­ti. Dobbiamo tornare ad avere quella spregiudic­atezza che ci premiava».

SPIRITO GIUSTO. Ad Andreazzol­i fa eco Guglielmo Vicario. «Meritavamo di più, purtroppo alcuni episodi non sono stati a nostro favore. Però, l’atteggiame­nto e i valori tecnici messi in campo sono stati di alto livello. C’è rammarico, ma lo spirito è giusto e sono convinto che i risultati arriverann­o. La mamma e il bambino ucraini che ho accolto? Quelli sono i problemi. Mi fa felice aver aperto le porte a queste persone per regalare loro un sorriso e distrarle dal dramma della guerra. Il piccolo Milan ha espresso il desiderio di giocare attaccante: gli ho risposto che avrei fatto il possibile per esaudirlo e martedì (domani, ndr) inizierà gli allenament­i».

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LAPRESSE Aurelio Andreazzol­i, 68 anni

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