Corriere dello Sport

Con Celestino la Moto2 è sempre più azzurra

- M.m.

L’Argentina si conferma terra di conquista per l’Italia della Moto2: Franco Morbidelli, Mattia Pasini, Lorenzo Baldassarr­i e ora Celestino Vietti Ramus, che con il secondo successo in tre gare ha spiccato il volo in testa al Mondiale. Il ventenne piemontese del Mooney-VR46 ha conquistat­o 70 dei 75 punti disponibil­i e ora ne vanta 21 di vantaggio su Aron Canet, rimasto giù dal podio, preceduto anche dalla coppia della Honda-Asia- ma con telaio Kalex - con il thailandes­e Somkiat Chantra e il giapponese Ai Ogura.

NOTTE IN BIANCO. La spettacola­re impennata in piedi sulle pedane di “Celin” ha chiuso con il lieto fine la trasferta argentina per il team di Valentino Rossi, una delle strutture costrette ad attendere fino all’ultimo il materiale rimasto fermo nello scalo in Kenya. «È servita una notte in bianco ha detto il team principal Pablo Nieto - meritavamo un risultato del genere. Celestino ha un metodo di lavoro favoloso: ama girare da solo e in Moto2 questo fa la differenza».

ANIMALE DA GARA. Lo stesso vincitore ha confermato. «Pur con poco tempo a disposizio­ne, abbiamo lavorato bene: ho commesso un paio di errori, ma alla fine è andata bene. La classifica? Va bene pensarci, ma non troppo» ha detto Vietti Ramus, lodato anche dal mentore Valentino Rossi da Imola. «È un vero animale da gara, nelle prove siamo sempre un po’ in apprension­e, poi la domenica sembra che arrivi un altro pilota, il vero Celestino…».

MONTAGNA. La storia di Vietti ricorda quella di Pecco Bagnaia: esattament­e come il ducatista, è originario del torinese - San Pietro di Coassolo, sulle montagne sopra le Valli di Lanzo - ma ha scelto di trasferirs­i a Pesaro per allenarsi a pieno ritmo con la VR46 Academy. Ha studiato meccanica, perché un giorno rileverà l’attività di famiglia - officina di mezzi agricoli - portata avanti da papà Michele, ma prima ha voluto emulare il fratello maggiore Doriano, che corre la Superbike del campionato italiano. L’aura di predestina­to ce l’ha dall’arrivo nel Mondiale, con il podio già al secondo GP, nel 2018 in Australia in Moto3, ma è la Moto2 a sembrare ideale per un ragazzo che ama la guida lineare e rotonda, più che le battaglie. A Termas ha vinto in progressio­ne, resistendo agli attacchi del giovanissi­mo Fermin Aldeguer - il quasi 17enne è caduto dopo essere partito dalla pole - e di Chantra, vincitore in Thailandia.

FOGGIA. In Moto3, l’Italia ha perso la leadership, ma Dennis Foggia, secondo, è stato ugualmente brillante. Solo 11° in qualifica, il romano è rientrato di prepotenza, fino a prendere la testa nell’ultimo giro. Ma Sergio Garcia è stato più freddo, compiendo due sorpassi a entrambi i piloti Honda-Leopard nelle ultime curve: prima si è dovuto piegare Tatsuki Suzuki poi, alla penultima curva, Foggia, che si è compliment­ato subito dopo il traguardo. Lo spagnolo della GASGAS si è preso gara e leadership del Mondiale, sfruttando anche il ritiro per problemi tecnici del compagno di team Izan Guevara. Foggia è comunque a -4 da Garcia. «Venti punti sono comunque un buon bottino – ha detto il romano – consideran­do che partivo abbastanza indietro e che negli ultimi giri le mie gomme erano finite». Terzo Ayumu Sasaki, con l’Husqvarna di Max Biaggi, nonostante il Long Lap penalty. Quarto Riccardo Rossi, con la Honda della SIC58 Squadra Corse.

Vince e allunga nel Mondiale. Rossi lo incorona: «In gara si trasforma»

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ANSA Celestino Vietti, 20 anni

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