Corriere dello Sport

Magica Aprilia padrona del Mondiale

Un’altra casa italiana riesce a vincere una gara nella classe regina Favola Espargarò: dopo la pole, regala il primo successo a Noale e vola in testa alla classifica

- Di Giorgio Burreddu

Edunque è tutto vero: l’Aprilia dei sogni e delle fiabe, dei racconti fantastici e delle leggende, non solo esiste ma sa anche vincere. Lo ha fatto in un pomeriggio azzurro troppo azzurro d’Argentina, con una moto nera fiammante guidata da un cavaliere spagnolo, Aleix Espargarò, che va a prendersi il primo storico successo per la casa di Noale in MotoGP. Di più. Espargarò sale anche al primo posto nel Mondiale (con 45 punti, superato Bastianini, ieri decimo), e siamo solo alla terza gara della stagione.

Quanta bellezza c’è dentro questo successo, e quanta dedizione. «Lavorare e crederci, lavorare e crederci», dice Massimo Rivola, l'a.d., con le lacrime agli occhi. Mentre il suo pilota sta già facendo il giro d’onore sul circuito di Termas de Rio Hondo. Un incanto. Espargarò vince davanti a un’altra moto italiana, la Ducati (Pramac) di Jorge Martin, secondo a 0”807, al termine di una gara da botte da orbi. Terzo Alex

Rins su Suzuki (a 1”330). Aprilia e Ducati: sorelle d’Italia, veloci, belle, fulminee, due schegge. Due costruttor­i italiani nelle prime due posizioni di una categoria così non si vedevano dal 1970. Mica dettagli, semmai il segno che la tecnologia nostrana non fa solo progetti, realizza sogni.

LOTTA. Il più bello è quello di Espargarò, 32 anni, che con l’Aprilia non ha solo firmato un contratto di lavoro, ma ha scelto un legame di pensiero, credendo sempre in quello che faceva. Quasi un’ideologia, che Aleix ha scelto per sé. Passato alla Casa di Noale tanti anni fa (era il 2017), Espargarò sta scoprendo un’altra dimensione. «E’ tutto nuovo per me», dice.

Il primo successo in carriera arriva alla gara numero 200 in MotoGP. Pazzesco, nemmeno a studiarlo un pomeriggio così (Petrucci ci aveva messo 124 gare). Forse era nell’aria, il weekend per l’Aprilia era già stato memorabile. Espargarò si era preso la pole, dimostrand­o di avere nelle ruote ben più di un potenziale successo. Ma niente è stato facile. Martin è partito a razzo, superando Aleix, che è stato costretto a tallonarlo per tutta la gara. Fino a otto giri dalla fine, quando ha cominciato la sua danza per la gloria. Un primo tentativo di sorpasso, un secondo. Niente: ogni sforzo sembrava inutile, e troppo lunga la staccata per superare Martin. A 5 giri dalla fine, però, tutto si concretizz­a e Espargarò tira dritto fino al traguardo, dove ci sono già i compagni del paddock ad aspettarlo.

GRANDEZZA. Se nei minuti prima della partenza l’avevamo visto adagiato sul casco, con le cuffiette rosa nelle orecchie, concentrat­o, all’arrivo Aleix si è lasciato andare a un pianto liberatori­o, mentre telefonava a casa, alla moglie

Laura, alla famiglia, con il fratello Pol che correva ad abbracciar­lo. Ma sarebbe sciocco pensare che questo sia solo il coronament­o di una carriera. No, per l’Aprilia è l’inizio di qualcosa. Un incipit si era visto la scorsa stagione, quando proprio Espargarò era arrivato terzo a Silverston­e annunciand­o un 2022 da urlo.

Piegata la Ducati di Martin. Risorge Bagnaia (quinto) Morbidelli buca

LE ALTRE. Dietro questa grande

bellezza c’è anche la Ducati. Martin, certo. Ma anche Bagnaia, che sulla ufficiale è finalmente riuscito a fare una gara vera (5°). E le Yamaha? Guai, troppi. Per tutti. Da Dovizioso a Morbidelli fino al campione del mondo Fabio Quartararo. Il Dovi è costretto a rientrare ai box per un problema con l’abbassator­e. E anche peggio va a Franky, che dopo aver sentito un colpo si è ritrovato con la posteriore bucata. Il rientro ai box è più che triste, è doloroso. Sfortunati­ssimo, Morbido. Che non riesce a trovare né il ritmo né la moto.

Ha chiuso ottavo Quartararo, che dopo essere stato secondo in Indonesia retrocede nelle intenzioni. «Un interessam­ento Honda? Il mio futuro non è chiaro dice - E’ il momento di pensarci e prendere tempo».

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ANSA Aleix Espargarò, 32 anni, 200 gare e ieri il primo successo della carriera
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