Corriere dello Sport

Espargarò: «Arrivavamo ultimi ma io ci credevo»

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Aleix Espargarò parla con il cuore: «Sono stati anni molto difficili. La mia forza è Laura, la mia famiglia. Tre anni fa le dissi: “Laura, lo so che questo è un lavoro bello, guadagno soldi, ma devo fare un’altra cosa, non sono felice”. Lei mi ha risposto: “Va bene, facciamo un’altra cosa”». Per fortuna non è successo. Oggi Aleix, nato a Granollers, Catalogna, è l’eroe di questa Aprilia millebelle­zze. «L’arrivo di Rivola ha cambiato tutto, Albesiano ha fatto la parte tecnica. Ma è stata dura». Aleix è uno dei piloti più esperti del paddock. E dell’Aprilia anche di più. Tant’è che, dice ancora lui, «veniamo da molto lontano, mi sento il papà di questo progetto. Sono orgoglioso. Vincere è vincere, è uguale su qualsiasi moto. Ma io l’ho fatto con Aprilia, che non l’aveva mai fatto in MotoGP. E’ ancora più bello».

SOGNI. Aleix è cresciuto con il rumore dei motori nelle orecchie, il circuito di Barcellona non è troppo lontano da casa. Sei tatuaggi, e un motto: “Credi sempre in te stesso”. E nell’Aprilia, certo. «Quando sono arrivato in Aprilia aveva 54 titoli mondiali, ma arrivava ultima in MotoGP. Ho sempre creduto in questo progetto. Io sono la persona che ci ha creduto di più. Se lavori forte, i sogni alla fine si realizzano».

TEXAS. La prossima gara sarà a Austin, in Texas. «Ho un problema: non è mai abbastanza per me. Sto già pensando a quella gara». Strafelice anche Massimo Rivola, l’ad di Aprilia. «Il successo lo aspettavam­o da tanto. E’ arrivato anche prima del previsto. Sono veramente contento per Aleix, se lo merita. E’ giusto che sia stato lui a centrare la prima vittoria».

gio.bur.

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ANSA Lo spagnolo Aleix Espargarò, 32 anni

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