Con i gol del superbomber Brunori, il Palermo sogna di raggiungere il Bari in B
Caro Cucci, sono un tifoso del Palermo che ogni tanto ti segue sugli schermi della Tgs siciliana e voglio chiederti una cosa: un anno fa ti ho sentito dire grandi cose su Lorenzo Lucca che aveva realizzato 14 gol in rosanero, poi promosso con il trasferimento al Pisa dove ha cominciato bene poi ha rallentato. Perché non ti ho ancora sentito cantare le lodi di Matteo Brunori che ha appena segnato una doppietta al Picerno arrivando a 23 gol? Oggi è l’unico che mantiene viva la speranza di promozione in B dei rosanero. Ti ho sentito dare merito - e hai fatto bene - all’ex allenatore Filippi di averlo voluto invece di Cianci che per i tifosi era l’ideale sostituto di Lucca. E peccato che non abbia calciato lui il rigore contro la Fidelis Andria sbagliato da Floriano: la sua sarebbe stata una strisciata record e il Palermo avrebbe due punti in più. Se permetti, non credi che Mancini dovrebbe provarlo?
Carlo Rossetti, Palermo - libero.it
Confesso la mia colpa ma i vent’anni di Lucca mi hanno suggerito subito di segnalarlo “alli superiori” mentre attendevo sviluppi della carriera del ventisettenne Brunori, un altro italo brasiliano nato a Macaè dalle parti di Rio, proprio mentre nascevano dubbi sui cosiddetti oriundi. Poi ho letto che la mamma l’ha portato dai nonni, in Umbria, quando aveva un anno e ha giocato fin da giovanissimo nel Foligno, mettendosi più tardi in luce fra i dilettanti umbri del Villabiagio con 23 gol, come oggi. È passato al Parma, all’Arezzo (in C, 13 gol), al Pescara e infine alla JuveU23 che prima l’ha prestato all’Entella poi al Palermo. Rinnovando l’abitudine a privarsi dei giovani promettenti (Fagioli fa testo, di questi tempi). Sì, è stato Filippi a volerlo ma bisogna dare atto a Baldini di avere creduto nel lavoro del suo predecessore, contrariamente a quello che di solito fanno i subentranti. Silvio ha capito soprattutto come trattare un ragazzo scoraggiato dai passi precedenti al punto di meditare il ritiro, mentre oggi ogni suo gol è una festa. I tifosi rivedono in lui Amauri, un altro ita18.30 19.20 19.30 20.00
L’italo-brasiliano è… davanti a Lewandowski con 23 reti. Il calcio del Sud cerca la rinascita lo-brasiliano del momento d’oro del Palermo dove ha lasciato a sua volta 23 gol prima di passare alla Juve. Non amo cercare somiglianze fra calciatori e in ogni caso se il gioco valesse si dovrebbe dire che Brunori assomiglia a… Drogba visto che Guidolin paragonò Amauri al leader del Chelsea. I tifosi palermitani nel frattempo lo accostano a Lewandowski (21 gol…). Le solite esagerazioni, devo dire, ma resta il fatto che i gol di Brunori sono tanti, belli e… allegri, merito di un club e di una città che gli hanno restituito la gioia di giocare e di vivere. Il suo distacco dal mondo juventino è testimoniato dalla sua passione per il Milan al quale augura di vincere lo scudetto. Così come i tifosi rosanero sognano di cogliere con i suoi gol la promozione e la gioia di rivivere al Barbera i giorni non lontani del calcio maggiore.
Vogliono imitare il Bari che con la vittoria di Latina ha appena conquistato la B premiando il coraggio di Aurelio De Laurentiis che nel 2018 rilevò il club piombato in Serie D. Era il primo d’agosto ed ero a Bari per un incontro con il presidente della Puglia Michele Emiliano, frequentatore di Pantelleria per amicizia con il “pantesco” Marco Tardelli a sua volta allenatore vent’anni fa dei “galletti”; fu proprio Emiliano a dirmi che De Laurentiis era in Comune per la cerimonia dell’acquisto: mi presentai per complimentarmi con Aurelio per avere scelto di salvare una squadra storica piuttosto che far nascere il NapoliU23. La sorpresa gli piacque e ci intrattenemmo con l’ottimo sindaco di Bari Antonio Decaro. Con fatica ma finalmente “la Bari” - il prestigioso club che avevo seguito nella felice stagione dei Matarrese ce l’ha fatta a salire fra i cadetti con Luigi De Laurentiis, il figlio di Aurelio designato presidente fin dal primo giorno. E sarà grande festa. Mentre mi dicono che diverso sarebbe lo spirito dei napoletani che da tempo temono (o si augurano) che Aurelio lasci il Napoli per il Bari. Io non ci credo e semmai il problema si presenterà se e quando i pugliesi saliranno in A. I guastafeste non mancano mai, anche quando l’affermazione del Bari e le speranze del Palermo fanno sperare in un recupero dell’impoverito calcio del Sud. A parte il Napoli da scudetto. Di Aurelio De Laurentiis.