Corriere dello Sport

Finale allo stesso orario

- Di Alberto Dalla Palma

Sarà uno scudetto all’ultimo respiro, ma il primo pensiero bisogna dedicarlo a Mihajlovic, che dalla sua clinica ha costruito un capolavoro tattico. E non solo. Il Bologna ha rallentato all’improvviso la corsa del Milan, quando già tutti avevano dato per scontato il successo rossonero (o biancoross­o, da ieri sera non si capisce bene...) dimentican­do che Pioli aveva già perso punti importanti, e che forse diventeran­no decisivi, contro l’Udinese e lo Spezia, sempre a San Siro, e a Salerno, dove più o meno hanno vinto tutti. Sul più bello, il Milan si è fermato ancora, ma di sicuro non è stato fortunato a incontrare il Bologna subito dopo il ricovero di Sinisa: per lui i giocatori si getterebbe­ro nel fuoco, per lui si sono trasformat­i in sedici leoni, guerrieri come Medel oppure giovani come Hickey, Schouten, Aebischer e Kasius. Hanno alzato un muro dopo aver spaventato Maignan in più di una occasione e poi hanno lasciato il palcosceni­co a Skorupski, che ha respinto gli assalti di Giroud, Leao e Rebic. E Ibra? Il nulla quando è entrato, tranne il testa a testa - involontar­io - con Medel. Ora il Napoli è ad un punto e l’Inter a quattro ma con una partita in meno: stop alla fuga, anche il Milan, come era capitato prima a Inzaghi, dovrà ricostruir­e tutto.

Uno scudetto in sette giornate, sarà una corsa quasi inedita se consideria­mo gli ultimi dieci anni in cui la Juve ha quasi sempre fatto il vuoto, come Conte quando aveva interrotto la sequenza bianconera sulla panchina dell’Inter. Proprio perché sarà una corsa in cui i dettagli saranno determinan­ti, pensiamo che per una volata corretta e senza vantaggi per le tre contendent­i, sarebbe giusto che almeno dal primo maggio giocassero tutte allo stesso orario, come accadeva ai tempi di Nando Martellini e poi di Bruno Pizzul. È chiaro che Dazn potrebbe opporsi a una ipotesi del genere, ma noi siamo convinti che anche chi vende lo spettacolo debba piegarsi di fronte agli interessi del pubblico e dei tifosi da salotto già penalizzat­i, negli ultimi anni, da un sistema di trasmissio­ne che sembra una corsa ad ostacoli tra la fibra e la connession­e internet.

Già c’è un recupero dell’Inter a Bologna che potrebbe incidere - in positivo o in negativo per Inzaghi - sul verdetto finale, ma se nelle ultime quattro giornate le grandi candidate allo scudetto giocassero separate, dal sabato al lunedì, allora non ci sarebbe più parità di condizioni. A meno che qualcuno non pensi che a questo livello chi deve scendere in campo costretto a vincere per forza non venga condiziona­to dall’orologio o dalla pressione psicologic­a. Chissà che la nuova Lega di Casini non possa lanciare subito un segnale di rinnovamen­to, cambiando le regole prima di una volata finale che non ha precedenti. Facciamo che sia uguale per tutti.

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