Il Napoli si giocherà il titolo al Maradona
Quattro le gare interne: domenica arriva la Fiorentina, a Pasquetta lo special-day contro la Roma
Per non starsene lì a guardare il dito e perder di vista la luna, è giusto mettersi a dare un’occhiata dentro dentro al giardino di casa: le misure sono (più o meno) le stesse ma se l’erba dei vicini, che poi in realtà sarebbero anche dei carissimi «nemici», è un po’ più verde, non è il caso di rassegnarsi, e neanche il momento giusto. «Bisogna vincere anche nel parcheggio, se dovessimo giocarle lì». Luciano Spalletti s’è riscoperto anche originalissimo comunicatore e ora che ha sentito il carro sfilargli al fianco («per me e per alcuni calciatori, forse non passerà più») ha scelto di saltarci sopra, prendendo la rincorsa da Piazzale Tecchio: restano sette partite, quattro gli toccherà godersela in quello stadio che l’ha conquistato in epoca non sospetta e che poi è diventato «suo», e visto che in trasferta s’è messo a viaggiare con una media da far vacillare il primato di Sarri, è arrivato il momento di liberarsi d’ogni freno inibitore e dare un senso compiuto ai propri desideri. Al resto, penserà il destino, che non è aritmeticamente tra le mani del Napoli: però per farsi un’opinione, la matematica può aiutare.
UN BEL VIAGGIO. Bergamo, in sostanza, racchiude l’undicesima vittoria in trasferta e la somma, i trentasette punti conquistati con i quattro pareggi da aggiungere, ha consentito di fare la differenza: la media - entusiasmante spinge persino a fantasticare e a lusingare la tentazione del Napoli di eguagliare il record del 2018, quello che Maurizio Sarri lasciò insieme ai ragazzi in un armadio d’un albergo, avvolto nei misteri e anche nel rimpianto.
SUCCEDE. Il Napoli di Spalletti ha scoperto, a un certo punto, che la sorte sa imbrigliarti le idee e proprio nel soggiorno di casa, in condizioni persino agevoli, la festa
s’è interrotta sul più bello, in maniera persino brusca: in un anno che va sistemato (quasi a prescindere) sul comò, come una foto di famiglia, ci sono scappate quattro sconfitte. Ma se con Atalanta e Milan può capitare, con Empoli e Spezia è successo in contesti da perdere la testa (anche quella della classifica), in giornate in cui la statistica s’è andata a farsi benedire e i numeri hanno rappresentato un optional. È l’altra faccia del calcio,
quella che forse lo rende anche magico, però intanto «solo» nove vittorie e due pareggi, fanno ventinove punti, e una serie di imprecazioni al vento.
Il Primo Maggio la sfida col Sassuolo Nella penultima giornata c’è il Genoa
SI GIOCA. Il libro dei sogni è sistemato sull’uscio dei pensieri ma anche del Maradona e in quel che resta del campionato ci sono ancora quattro partite da giocare, presumibilmente, tra cosiddette ali di folla: domenica, ore 15, arriva la Fiorentina; e a seguire, appena otto giorni dopo, a Pasquetta, alle sette della sera, special-day con la Roma di Mourinho; il Sassuolo si presenterà il primo maggio e il Genoa, invece, rappresenterà il penultimo atto. C’è un pezzo di scudetto nascosto nel Maradona.