Corriere dello Sport

Van Gaal: Ho un tumore aggressivo, ma non morirò

L’annuncio della malattia da parte del ct della nazionale olandese «Mi sono già sottoposto a 25 sedute di chemio Non l’avevo detto ai ragazzi per non influenzar­li»

- Di Andrea Antonioli

«Ho un cancro alla prostata da un po’. Solitament­e non si muore per questo, almeno non nel 90 per cento dei casi, ma ho una forma abbastanza aggressiva e mi sono già sottoposto a 25 sedute di chemiotera­pia». Così il ct dell’Olanda Louis Van Gaal, in diretta tv al programma olandese “Humberto”, si è confessato al mondo dopo un’impenetrab­ile riservatez­za durata due anni. I blitz in ospedale finiti gli allenament­i, nel quale entrava da una porta sul retro per non dare nell’occhio, e il silenzio con i giocatori che “non sapevano”: «Non lo dici alle persone con cui lavori perché potrebbe influenzar­le». Messa così, sembra semplice.

L’ennesima lezione di un maestro di calcio (e non solo) che a 70 anni ne ha viste fin troppe ma non ne vuole sapere di rinunciare a Qatar 2022: «Ho passato tante cose, malattia e morte (quella della prima moglie), probabilme­nte sono diventato più ricco a causa di queste esperienze». E in effetti Van Gaal negli anni è cambiato, anche in panchina. Sono lontani i tempi dell’intransige­nte dogmatico all’Ajax, in cui tenendo fede al suo ruolo insegnante (di educazione fisica) mirava innanzitut­to a plasmare i suoi ragazzi, mettendo a punto un laboratori­o collettivi­sta e ultra-organizzat­o: a questi anni risalgono tanti trofei, dai campionati olandesi alle Coppe dei Campioni e Uefa, ma anche il lancio di pilastri del calcio orange a cavallo tra i due secoli (da Van Der Sar ai fratelli De Boer, da Seedorf a Davids, da Overmars a Kluivert).

È il van Gaal educatore inflessibi­le che girovaga per la grande Europa calcistica, dalla Catalogna alla Baviera, ma che ancora prima nel 2000 diventa ct dell’Olanda, sua unica e vera patria. Tante vittorie e alcune delusioni, su tutte proprio quella con la Nazionale che non riesce a qualificar­si ai mondiali del 2002, «il più grande fallimento della mia carriera». Sullo sfondo un’intransige­nza che con gli anni va ammorbiden­dosi, come ha scritto Jonathan Wilson sul Guardian: «Il suo idealismo è stato temperato (…) Questo è un Van Gaal più vecchio, più saggio, più flessibile, che capisce il valore del compromess­o». Un Van Gaal che si convince, per sua stessa ammissione, che «certi tipi di giocatori hanno bisogno di più libertà rispet

Squalifica­to Walker, ko Ruben Dias. Probabile che in mezzo con Laporte ci sia Stones, con Joao Cancelo spostato a destra e Zinchenko sulla corsia opposta. Foden centravant­i, con Grealish, Sterling e Mahrez a contenders­i le altre due maglie da titolare.

Più soluzioni invece per Simeone, a cominciare dal modulo. Probabile il 3-5-2 con Marcos Llorente e Renan Lodi sulle fasce (Carrasco è squalifica­to). In mezzo il dubbio è tra Kondogbia e Lemar: più incontrist­a il primo, più creativo il secondo. Davanti è un toto-attaccanti. Joao Felix in gran forma, dovrebbe partire titolare. In campionato, contro l'Alaves, era a fianco di Griezmann, ma a risolvere la partita sono stati i nuovi entrati Cunha e il pistolero, Suarez.

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ANSA Il commissari­o tecnico dell’Olanda Louis Van Gaal 70 anni

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