Corriere dello Sport

De Laurentiis: «Col Bari un’emozione da Oscar»

«Abbiamo appena terminato un film bellissimo. L’ultimo ciak è stato girato domenica a Latina. Un ricordo indelebile l’abbraccio con il sindaco Decaro e con tutti i nostri tifosi»

- Di Antonio Guido BARI

Imprendito­re come il papà Aurelio, Luigi ha sposato la causa biancoross­a 4 anni fa diventando­ne presidente Oggi si gode la promozione in serie B a tre giornate dalla fine del campionato dopo una cavalcata trionfale

Presidente

Luigi De Laurentiis, è passata la grande notte che ha riportato il Bari in B.

«Sono ancora frastornat­o. Ho ricevuto centinaia e centinaia di messaggi che mi hanno reso veramente felice. Quando sono tanti ti rendi conto dell’affetto che c’è intorno».

E’ più provato o spavaldo?

«Sono provato fisicament­e perchè i festeggiam­enti con i tifosi allo stadio sono finiti alle quattro del mattino. Spavaldo non direi, ma certamente un po’ più sicuro perchè questi quattro anni completi da presidente sono stati un corso accelerati­ssimo da management sportivo».

Quantoècos­tatoesorci­zzarelaC?

«Mi è costato tanto. Solamente attraverso gli errori si è imparato a risolvere i problemi e a capire quale fosse l’asset giusto da mettere a terra per poter uscire da questa categoria così difficile».

E’ la vittoria di uno stile?

«Dice bene, è proprio la vittoria di uno stile. Nella mia mentalità c’è sempre stata l’idea di costruire un gruppo, lo stare insieme, diventare famiglia, rendere tutti i collaborat­ori responsabi­li dell’intero percorso della squadra. Tutti insieme, tutti uniti».

Luigi De Laurentiis profession­e presidente, tutta colpa di suo padre Aurelio che ne ha dilatato gli orizzonti?

«Lui è stato il provocator­e, io mi sono lanciato nell’impresa perchè ho pensato che potesse essere davvero una grande esperienza imprendito­riale in più da aggiungere alla mia vita. E debbo dire che dopo quattro anni il bilancio è strapositi­vo perchè mi sono dovuto comunque cimentare con tante cose che non conoscevo. Tanti incontri belli, alcuni brutti, molti fantastici. Un pò tutto. Quattro anni che sono stati l’equivalent­e di tre vite».

Quanti eroi dietro l’impresa?

«La squadra di calcio è come una scuderia di Formula 1. La vittoria è costituita da un insieme di persone che con ogni singolo intervento hanno contribuit­o a far sì che l’Antenucci di turno, alla sua veneranda età, restasse in forma tutto l’anno. E tutto un insieme fra ingegneri, direttori sportivi e piloti che permette di ottenere risultati strabilian­ti. La stessa cosa nel calcio. Eroi tanti, il direttore sportivo, l’allenatore, lo staff, la squadra. E’ tutto un insieme. Altrimenti non funziona».

La scelta di Polito un’ispirazion­e?

«E’ venuta fuori dopo una serie di incontri. Polito aveva una reputazion­e perfetta. Benvoluto da tutti. Ho avuto subito l’impression­e di avere davanti un vincente che aveva già raggiunto dei risultati, ma soprattutt­o una persona dall’em

«Mignani mi ha dato subito idea di un tecnico preparato con valori precisi»

«I tifosi già invocano la serie A, facciamo un passo alla volta e godiamoci la B»

patia naturale, forte. Ho capito che fosse il direttore sportivo che cercavo, che si sporca le mani, che fa la doccia insieme con i calciatori e sa esercitare la sua autorevole­zza empatica. Oltre ad essere un profession­ista che serviva al Bari. Perfetta la gestione del mercato. Ciro è stato il primo tassello di un percorso costruito mattone dopo mattone in un anno in cui non potevamo sbagliare niente».

Quandohavi­stoMignani­perlaprima volta cos’ ha pensato?

«Devo essere sincero: Ciro era convinto e gli ho dato fiducia. Quando l’ho conosciuto mi è sembrato una persona molto a modo con il suo aplomb ed eleganza. Un uomo dai valori precisi, molto severo, ligio venendo da una famiglia che gli ha insegnato l’ordine e la precisione. Un grande lavoratore che ha dimostrato poi di non scendere mai a compromess­i con nessun calciatore».

Qualcuno che era abituato a giocare sempre?

«Tutti vogliono giocare sempre, ma Mignani ha avuto la fermezza di non ritenere nessuno indispensa­bile. E credo che sia stata la forza di questo gruppo».

La città ribolle, è anche il trionfo del pubblico.

«Un grandissim­o trionfo. Quando leggo la classifica degli spettatori in A e all’ottavo posto trovo il Bari che in C contro la Fidelis Andria ha fatto registrare 24.332 presenze è un orgoglio vero. Mi auguro che continui a far sentire quanto vale questa piazza».

Sta già pensando ad un’altra impresa più difficile?

«Sono entrato allo stadio e invocavano gia la serie A. Intanto godiamoci la serie B e giochiamo le prossime tre partite che con orgoglio e responsabi­lità. Poi avremo la serie B che è un campionato bello, difficile e importante. Al momento penso solo al prossimo futuro».

Il film più bello è ancora da girare?

«Un film bellissimo l’abbiamo appena sfornato. E’ stata un’emozione da Oscar vincere a Latina. Un ricordo che mi resterà indelebile, l’emozione di abbracciar­mi con il sindaco Decaro. Ma si possono fare film sempre più belli...».

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ARCIERI La festa al San Nicola: a sinistra il ds Ciro Polito, il tecnico Michele Mignani e il presidente Luigi De Laurentiis. A destra il bomber Antenucci festeggiat­o dai compagni
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