Ecco i vantaggi per chi è meno competitivo
Prima la Ducati, poi la Suzuki (due volte) e la KTM. Tutto lascia pensare che la prossima sarà l’Aprilia. Le concessioni regolamentari sono, da un lato, un prezioso ausilio, ma dall’altro rappresentano un asterisco poco amato. Per questo Aleix Espargaró diceva: «Se potessi cederle in cambio di due podi o una vittoria, lo farei subito». Il catalano aveva già partecipato alla perdita delle concessioni in Suzuki, e anche allora faceva coppia con Maverick Viňales. Ma questa volta il risultato avrebbe un valore anche superiore, considerando la lunghezza del percorso compiuto dall’Aprilia, l’unica casa ancora nel regime delle concessioni.
I vantaggi sono più motori a disposizione nella stagione (9 contro 7), più test anche con i piloti titolari e 6 wild card, cioè presenze in gara, per il collaudatore. Ma anche la possibilità di effettuare sviluppi nelle fasi e nelle componenti in cui questo è vietato agli altri costruttori: è avvenuto durante le stagioni “pandemiche” 2020 e 2021, ma anche nel corso di questa stagione l’Aprilia può sviluppare il motore. Queste sono le concessioni regolamentari, appunto concesse alle case che denunciano un gap di competitività. Averle, quindi, rappresenta un vantaggio in termini di lavoro e sviluppo, ma anche una sorta di onta da lavare via. E l’unico modo per farlo è attraverso i podi: servono 6 punti in un biennio e l’Aprilia è a 4 (3 per il trionfo in Argentina, uno per il podio dell’anno scorso in Gran Bretagna). A quota raggiunta, le concessioni vengono revocate a fine anno, a eccezione dei test illimitati, stoppati con effetto immediato. L’Aprilia leader del Mondiale con le concessioni rappresenta quindi un ossimoro destinato a svanire. Di certo a Noale sono stati capaci di sfruttare la possibilità di operare sulla RS-GP nella fase in cui la concorrenza si è dovuta fermare. Ma in Veneto hanno iniziato a lavorare come se il periodo di vantaggio fosse già finito, quindi viaggiando con lo stesso numero di motori a disposizione di ciascun pilota delle case rivali. «Va bene rispettare le stesse regole – ha concluso Espargaró - del resto, significa essere vicino ai top rider». Anzi, davanti.