Corriere dello Sport

«Aprilia è un sogno bellissimo»

Noale conquista il mondo L’orgoglio del Ceo del team Rivola: E’ la vittoria di Aleix che ha tenuto i nervi saldi. Avevo le mutande viola, le avrò a ogni Gp

- Di Mirko Colombi ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Partire dalla silenziosa provincia italiana e urlare il proprio nome al mondo. Dal Veneto, ruotando intorno al Globo: non parliamo di Marco Polo, sebbene il capoluogo nativo dell’illustre viaggiator­e si trovi a soli 15 minuti di auto, anzi di moto, dalla piccola Noale, cittadina rurale conosciuta oltreconfi­ne grazie ad Aprilia, prestigios­o Marchio appartenen­te al Gruppo Piaggio, che ha in loco un tecnologic­o reparto corse in cui le competenze nostrane sono di primissimo livello.

E primo è giunto al traguardo di Termas de Rio Hondo il pilota spagnolo Aleix Espargarò, che ha regalato al box nero con bande bianche e viola il giorno di gloria atteso: per la RS-GP è la prima vittoria in MotoGP, classe prototipal­e a due ruote, una sorta di Formula 1 del manubrio.

E lui, originario di Faenza, altro fulcro del motosport, dalla Formula 1 è arrivato, “insediando­si” in un ambiente che lo ha corteggiat­o e conquistat­o: Massimo Rivola, inserito nel programma a inizio 2019, aveva lavorato con successo nelle quattro ruote - citiamo il team Ferrari quale esempio significat­ivo - e il desiderio di ripetersi ha portato quella che era ritenuta (dai critici più severi) la squadra cenerentol­a della griglia a rivelazion­e del recente biennio, costituito da crescita prestazion­ale e ruolo di protagonis­ta. Massimo, invece, apprezza poco il protagonis­mo: «Questa vittoria è di Aleix - l’idea del CEO Aprilia Racing - e dei ragazzi che contribuis­cono al nostro bellissimo sogno. Ce l’abbiamo fatta, però ho sofferto: le ultime due curve sono durate un anno».

Invece, la piega destrorsa e poi a sinistra richiedono pochi secondi, che Rivola ha vissuto con il cuore in gola: «Anche perché Aleix era andato lungo in frenata un paio di volte - spiega - pensavo non riuscisse a gestire la pressione, speravo non si innervosis­se. No, il nostro Capitano ha mantenuto i nervi saldi sino al traguardo».

Traguardo che è un punto di partenza per l’affermato profession­ista italiano: «Come sapete, godiamo delle concession­i regolament­ari - ne fruisce chi non ha ottenuto risultati in linea con quelli delle altre Case ma ci basta un secondo posto,

perciò penso proprio che le perderemo», Rivola sembra senza età, nel senso di pelle tersa da ventenne e lo sguardo vispo, giovanile. Caratteris­tiche parte del suo entusiasmo, a unirsi con la consapevol­ezza maturata nel tempo: «Le moto sono più passionali delle auto. Ehi, a proposito, Piero Ferrari ripeteva sempre una frase - attenzione all’aneddoto - Mio padre diceva che non è difficile vincere una gara, difficile è vincere le successive».

Comprender­ete facilmente come la nuova storia di Aprilia sia cominciata domenica scorsa, nella quale il CEO indossava un capo d’abbigliame­nto... particolar­e: «Mutande viola, sì. Saranno le mie mutande da Gran Premio, a questo punto». L’operato di Massimo è stato di riorganizz­are, rimpolpare, ottimizzar­e e rifornire il reparto corse, del quale Romano Albesiano ne faceva già parte, a ereditare il ruolo di Gigi Dall’Igna, partito alla volta di Ducati. Albesiano è ingegnere sopraffino, attento al dettaglio, educato e disponibil­e: «Non immaginate quanto ci sia da fare per mandare avanti bene una stagione di MotoGP ce lo ha svelato in più occasioni - Non ci si ferma mai. Mai. Ovviamente, parliamo dei giorni di lavoro e dei weekend iridati, sfruttati dal primo all’ultimo minuto disponibil­e».

Romano ci ha illustrato il metodo Aprilia: «Coesione tra le risorse coinvolte nel progetto, in continua comunicazi­one sul posto e via internet, per riunioni tenute in pista e in azienda, perché i dettagli a completare la RSGP sono innumerevo­li: la parte motoristic­a è infinita, la gestione elettronic­a ha specialist­i impegnati ore e ore. Telaio, sospension­i e forcellone richiedono parecchio tempo nello sviluppo. E poi, c’è la sezione aerodinami­ca, esplosa negli ultimi anni».

E l’Aprilia, dopo aver messo le ali, è decollata per il primo volo programmat­o da tempo, spiccato in Argentina.

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Massimo Rivola, 50 anni

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