Biaggi, Rossi, Lorenzo: la casa di Noale era un vivaio di stelle
L’Aprilia dominava in 125 e 250. Il Corsaro fu il primo a spiccare il volo da lì. Fu sostituito da Capirossi, ma intanto emergeva Vale
Max Biaggi, Valentino Rossi e Jorge Lorenzo. Basterebbero questi tre nomi per spiegare ciò che ha rappresentato l’Aprilia per il Motomondiale negli anni in cui i motori due tempi dell’ingegner Jan Witteveen dettavano legge nelle classi inferiori - 125 e 250 - e i piloti emergenti preferivano la moto di Noale alle giapponesi. Negli anni 90 e nei primi Duemila, l’Aprilia ha rappresentato il trampolino di lancio per i giovani che ambivano alla classe regina.
CORSARO. Se il primo a vincere un GP fu Loris Reggiani nel 1987, a Misano nella 250, e il primo campione del mondo fu Alessandro Gramigni – trent’anni fa in 125 – Biaggi è stato il primo pilota capace di spiccare il volo grazie all’Aprilia. Con la celebre livrea nera che gli fece guadagnare il soprannome di Corsaro, il romano conquistò tre titoli di fila nella 250 (la casa allora presieduta dal fondatore Ivano Beggio), prima della rottura a fine 1996. Max sarebbe poi tornato nella seconda parte della carriera, regalando a Noale i primi due Mondiali nella Superbike con la RSV4 agli ordini di Gigi Dall’Igna.
ASTRO NASCENTE. Perso Biaggi, l’Aprilia investì forte su Loris Capirossi, che vinse il titolo 250 nel 1998. Ma nel frattempo emergeva Valentino Rossi, che conquistò tutti con vittorie e gag, che si aggiudicò due Mondiali con Noale, nel 1997 in 125 e poi nel 1999 nella classe di mezzo, all’alba di una carriera leggendaria. E all'Aprilia, che aveva rotto con Biaggi, non dispiacque avere in casa un super talento che di certo non si amava con il romano...
ERA MODERNA. Un altro pluricampione con il marchio Aprilia è stato Lorenzo, che nel 2006 e 2007 dominò la 250 – aggiudicandosi i primi duelli con Andrea Dovizioso, una rivalità destinata a rinascere in Ducati – trasformandosi nel pilota per il quale la Yamaha MotoGP progettò il dopo-Rossi, temendo che Valentino migrasse verso la Formula 1. Invece i due galli rimasero nello stesso pollaio…
Ma l’Aprilia ha vinto nelle “piccole” con ogni tipologia di pilota.
Dagli specialisti come Kazuto Sakata – che “tradì” le moto giapponesi per l’Italia – e Roberto Locatelli, alfiere del team di Vasco Rossi, con emergenti come Alvaro Bautista e i baby prodigio Manuel Poggiali e Marco Melandri. Ma non soltanto: marchi gemelli come Derbi e Gilera hanno portato sotto l’ombrello tecnico di Noale titoli griffati da altre grandissime firme. Come Marc Marquez, campione in 125 a 17 anni con la Derbi RSA (che era gemella dell’Aprilia di Nico Terol, secondo), e Marco Simoncelli, trionfatore in
250 nel 2008 con la Gilera RSA, evoluzione dell’Aprilia trionfatrice 12 mesi prima con Lorenzo.
VIVAIO. Per questo, ai numerosi titoli conquistati dall’Aprilia nella Velocità, sarebbe corretto aggiungere una cifra: i Mondiali vinti dai piloti lanciati dal marchio italiano, un tempo il vivaio più ambito. Con le quattro tempi, e le categorie Moto3 e Moto2, lo scenario è cambiato, ma Noale è tornata ugualmente sulla mappa del Motomondiale.