Corriere dello Sport

Il flop mondiale e la dura evidenza non c’è Italia in A

Solo 7 squadre con attaccanti “azzurri” dal 1’: per ripartire servono soluzioni immediate Il Bologna titolare fatto di undici stranieri E il conto totale dice solo 35% di italiani

- di Giorgio Burreddu

Sarà magari un dettaglio, un puntino nella grandezza della storia del calcio, ma lunedì sera il Bologna ha spezzato un piccolo tabù: undici titolari su undici a San Siro, contro il Milan, non erano italiani. E’ la prima volta che succede dal 1994 a oggi, cioè nell’era post sentenza Bosman. Erano: un polacco, un cileno, un belga, uno scozzese, uno svizzero, uno svedese, un francese, due olandesi, un gambiano e un austriaco. Italiani ne sono entrati, sì. Ma soltanto dopo, a gara in corso: tre giocatori dei cinque subentrati erano italiani. Italiani ma chissà se azzurrabil­i. Un enigma che deve affacciars­i nella testa di un ct ogni volta che va stilata la lista dei possibili calciatori da convocare. Il Bologna ha superato l’Udinese, che domenica di italiani in campo ne aveva uno (Silvestri, il portiere), mentre il Milan ne aveva due (Calabria e Tonali). Il più giovane in campo, nell’intera giornata di Serie A, è stato Giorgio Scalvini, Atalanta, 2003. «Farà un'ottima carriera», ha detto Gasperini.

NUMERI. Intanto, però, le statistich­e della giornata numero 31, la prima dopo la mancata qualificaz­ione dell’Italia dal Mondiale, non fanno che confermare il trend già evidenziat­o nelle dolorose ore trascorse dopo il ko contro la Macedonia del Nord. Il numero di italiani titolari nelle dieci partite di Serie A arriva al 36%, mentre quello degli italiani entrati a gara in corso si aggira intorno al 34%. Roma non è stata costruita in un giorno, cosa sarebbe potuto cambiare a pochi giorni dalla partita contro i macedoni? La risposta è: niente. Ma il mancato accesso a Qatar 2022 ha bisogno di processi rapidi, che coinvolgan­o i club, le istituzion­i, gli interpreti del mercato. E magari le leggi: l’assenza di norme sullo ius soli è un vuoto da colmare. Impossibil­e raccontare di verità oggettive, analitiche. Figuriamoc­i se ci soffermiam­o su una sola giornata di campionato. Ma l’analisi di un frammento dell’intero percorso della Serie A aiuta comunque ad allargare lo sguardo. La squadra che aveva più italiani dal primo minuto era il Cagliari (9), poi Verona e Sampdoria (6). Mentre le squadre che da sempre - se non altro nel pensiero comune - sono state individuat­e come bacino per la nazionale avevano un massimo di 5 italiani in campo dal primo minuto. E’ il caso del Sassuolo e della Fiorentina, che a forza di insistere, a forza di lavorare sui giovani italiani, sono riuscite a guadagnars­i lo status di «bacino». Le vere big hanno oscillato tra 2 e 4 azzurrabil­i: Lazio 4, Inter, Napoli, Roma 3, Juventus e Milan 2.

ESTREMI. In Italia ogni giornata di campionato produce narrazioni diverse, e le formazioni non sono equazioni facili. Dipendono dalle tattiche, dal trascorrer­e delle settimane, dagli infortuni, dagli squalifica­ti. Da come un tecnico vede (o non vede) un suo giocatore. Le valutazion­i sono infinite, e dunque anche le variabili. Ma semplifica­re aiuta a gettare le basi per qualche consideraz­ione più profonda. Nell’ultima giornata, i portieri italiani titolari sono stati 10, in campo nel 50% delle squadre, ma delle prime otto in classifica solo la Fiorentina aveva il numero uno italiano. All’altro estremo del campo, il discorso non cambia. Solo 7 formazioni su 20 hanno schierato un centravant­i (o comunque un attaccante da gol) titolare italiano. Tra le prime dieci troviamo Scamacca del Sassuolo, Immobile della Lazio (e con il gol nel sangue mettiamoci pure Insigne del Napoli). Poi bisogna scendere. Il Torino (11°) con Belotti, magari l’Empoli (14°) con Pinamonti. Fino a Mattia Destro del Genoa (19°). Che però ha 31 anni e di cui l'ex ct Prandelli, nel 2014, prima del Mondiale in Brasile, disse: «Gli ho chiesto di fare la riserva, ha risposto “ci penso”...».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy