Stage Nazionale: la Lega ha detto sì per novembre
Un gruppo di lavoro permanente, interno alla serie A, per lavorare a riforme che riguardino l’intero sistema calcio. Ma anche la disponibilità - già approvata - per uno stage della Nazionale a novembre, da 14 al 24, nel periodo in cui avrebbe dovuto cominciare la preparazione al Mondiale in Qatar. Sono queste le principali iniziative emerse ieri dall’Assemblea di Lega nell’ottica di sostenere l’attività delle varie nazionali. Se ne riparlerà anche oggi in occasione dell’insediamento della task-force di tutte le componenti federali, creata da Gravina.
SECONDE SQUADRE. Evidentemente, si tratta dei primi passi. Ma il massimo campionato ha comunque voluto lanciare un segnale. Tra le idee emerse durante la riunione, ad esempio si è tornato a parlare con insistenza di seconde squadre, ma anche di percorsi formativi per i giovani. Non a caso, in vista del gruppo di lavoro in fase di creazione, il neo-presidente Casini ha citato la Juventus, unico club ad avere una formazione in Lega Pro, ma anche Sassuolo, Empoli e Atalanta, come modello per i vivai e l’utilizzo di giocatori italiani. Nulla di nuovo, per la verità. La differenza, rispetto al passato, potrà farla solo il passare dalle parole ai fatti. Di seconde squadre, infatti, se n’era discusso a lungo pochi anni fa. Ma la Juventus è rimasto un caso isolato. Il problema sono i costi, a cominciare da quello dell’iscrizione. «Bisogna lavorare sulla sostenibilità economica. L’obiettivo è arrivare al numero più ampio possibile in breve tempo», ha sottolineato Casini.
CORRETTIVI. Attenzione anche a ciò che comporta il Decreto Crescita, agevolando l’ingaggio di giocatori provenienti dall’estero rispetto agli italiani. Non si tratta, però, di una legge per il calcio, ma per tutti i lavoratori. Insomma, non ci possono essere discriminazioni, solo modifiche e aggiustamenti. Come quello che vorrebbe circoscrivere le agevolazioni fiscali solo per emolumenti oltre una
certa quota (1,5 milioni), incentivando così lo sbarco in Italia di calciatori di primo livello. «Il problema non è l’uso ma l’abuso», ha chiosato Casini. Il numero uno di via Rosellini, inoltre, ha evitato di sbilanciarsi davanti all’eventualità di una riapertura del discorso fondi: «Non ho preclusione sulla soluzione, ma prima si scelga modello poi eventualmente si valuti l'opzione».
BLOCCARE O NO? Per concludere, almeno per il momento, la serie A non sospenderà la trasmissione del campionato in Russia. «Ci sembra più utile per portare avanti un messaggio di pace. Non c'è certezza che si possa sensibilizzare di più la popolazione russa bloccando il segnale. Qualora tutte le Leghe dovessero decidere per una posizione comune, però, siamo pronti ad adeguarci». Da notare che, dopo la sospensione temporanea di Juve-Inter, lunedì sera in Russia è stata bloccata la diffusione di Milan-Bologna, a causa dei messaggi che comparivano a bordo campo.