Corriere dello Sport

«Mi piacciono Mir, Bastianini e Bagnaia. Acosta è il mio erede»

«Stoner era guida pura, Marquez estrema, Rossi il trascinato­re di folle. Oggi l’elettronic­a livella i valori»

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Se Valentino Rossi è rimasto stupito dal traffico in pista a Imola, Dani Pedrosa ha ancora negli occhi l’esperienza di guida a Roma, mentre si recava ai test di Vallelunga. «Non avevo mai visto niente del genere, in Spagna non abbiamo una città in cui si guida così», sorride divertito.

Il debutto nel Lamborghin­i Super Trofeo con la Huracan del Team FFF, in equipaggio con Antonin Borga, ha portato al quarto posto di classe il tre volte campione del mondo tra 125 e 250, e oggi tester KTM. E lontano dai riflettori della MotoGP, Pedrosa mostra un volto differente: rilassato, sorridente, a suo agio in un ambiente poco affollato.

Per sei stagioni con Marquez in Honda: che effetto le fa l’ennesima rincorsa di Marc?

«Ci siamo sentiti, gli ho chiesto il numero del dottor Sanchez Dalmau, perché serviva a un altro atleta affetto da diplopia. A Marc auguro il meglio, ma gli occhi sono delicati: penso al presente, e soprattutt­o al post-carriera».

Ha corso, e vinto tanto, contro Marc, Casey Stoner, Rossi, Lorenzo: chi avrebbe prevalso a parità di moto?

«Tutti e cinque avevamo qualcosa di speciale. A livello di guida pura prendo Stoner, con il suo stile mi ha davvero fatto aprire gli occhi. A livello di testa Marc, bravo anche perfeziona­re una guida estrema, con il gomito a terra. Valentino è il trascinato­re di folle: magari renderà celebre anche il GT World Challenge».

Grande pilota, poco personaggi­o: la sua immagine pubblica non le rende giustizia.

«Con tanta gente attorno, non sono a mio agio, è il mio carattere. Quando, intorno al 2005, Valentino divenne l’assoluto riferiment­o della MotoGP, se non eri simile a lui, così estroverso, non venivi visto bene. O forse la gente non era interessat­a. Stoner lo patì, lui che era introverso».

Le auto sono ciò che farà da grande?

«Vedremo. L’opportunit­à di disputare alcune gare con la Lamborghin­i è bellissima, li ringrazio: sto conoscendo un mondo nuovo, con un linguaggio tecnico differente. E poi è incredibil­e il modo in cui i piloti “maltrattan­o” le auto: prena dono cordoli, buche e salti senza ritegno. Altro che MotoGP!».

E poi c’è la radio…

«Stai guidando e devi trovare il pulsante giusto in mezzo a tanti altri. Però l’auto mi piace, non richiede un allenament­o fisico estremo. Oggi cerco adrenalina, anche col windsurf sui laghi della Svizzera, dove vivo. Ma la priorità è il ruolo di tester con la KTM».

Con lei la moto austriaca è cresciuta fino a vincere sette gare.

«Abbiamo lavorato bene, i risultati ci hanno premiato e oggi siamo in corsa per il Mondiale. Mi aspettavo una moto diversa. Il bello è che quando poi cambi qualcosa di importante, e questo funziona, migliori due componenti: la moto ma anche la fiducia del pilota».

Preferisce le odierne MotoGP a quelle dei suoi tempi?

«Oggi c’è tanta elettronic­a che “livella” i valori. Ai miei tempi l’anti-impennamen­to lo facevi con il polso, dosando il gas. Non dico che ora sia facile, ma tutti girano con tempi analoghi, se perdi un decimo retrocedi anche di dieci posizioni».

Chi le piace oggi in MotoGP?

«Oltre ai piloti KTM? Apprezzo la guida di Joan Mir, mi piace Enea Bastianini perché è forte nei finali di gara. E Pecco Bagnaia, che l’anno scorso faceva paura».

Chi è il suo erede?

«Forse Pedro Acosta: il mio terzo titolo lo vinsi a 20 anni, lui è un altro baby prodigio. Non è facile arrivare al Mondiale – con più impegni mediatici, pressione, un ritmo differente – e imporsi subito».

«L’auto mi piace ma l’adrenalina la cerco nel windsurf e la priorità è Ktm»

 ?? ?? Dani Pedrosa 36 anni, ha vinto tre titoli mondiali consecutiv­i tra 125 e 250 nel 2003, 2004 e 2005, sempre con la Honda.In MotoGP è arrivato tre volte secondo e tre volte terzo
Dani Pedrosa 36 anni, ha vinto tre titoli mondiali consecutiv­i tra 125 e 250 nel 2003, 2004 e 2005, sempre con la Honda.In MotoGP è arrivato tre volte secondo e tre volte terzo

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